CI SCRIVE MARCO (DIRETTIVO DI UN CLUB AUTO STORICHE)

Mi chiamo Marco. Premetto che sono socio Asi ma nel contempo sono membro del Consiglio Direttivo di un club monomarca che ha deciso di non legarsi né all’Asi né ad altri organismi similari (in altre parole, per una serie di motivi, sono iscritto a due sodalizi, uno federato Asi e uno no).

Leggo con attenzione le diatribe generate dalla legge di stabilità (una volta la chiamavano “manovra finanziaria”, ora per inchiappettare meglio i sudditi – perché oramai questa è la condizione degli italiani – le hanno cambiato nome) e condivido buona parte delle critiche che vengono fatte dagli appassionati; tutto sommato io sono in una posizione tranquilla, nel senso che possiedo un’auto quasi cinquantenne e, pertanto, allo stato attuale (mai dire mai…) non viene sfiorata dalle genialate del governo; non sono quindi coinvolto né economicamente né emotivamente e cerco quindi di assumere un atteggiamento quanto più possibile obiettivo.

Posto che in linea di principio la nuova normativa mi sembra pura follia in quanto iniqua, se non altro perché esemplari già certificati Asi continueranno a godere delle esenzioni delle quali non potranno beneficiare vetture identiche, non dobbiamo dimenticare che anche in questo settore sono molti i furbetti che in tanti si ostinano a difendere; il comportamento dell’Asi è stato quantomeno censurabile, nel senso che ha omologato vetture spesso al limite per ingrassare il proprio portafoglio, anteponendo interessi privati alla tutela dei veri appassionati. Peggio ancora sta facendo Aci Storico che ha partorito una lista da manicomio criminale, peraltro senza avere la minima competenza in materia, cosa che se non altro Asi possiede; sarebbe interessante vedere una sessione di omologazione gestita dall’Aci… una corrida, dilettanti allo sbaraglio!

Ma con i furbetti come la mettiamo? Nel senso che qualcuno li difende dicendo che se una persona gira con una macchina ventennale è perché non può permettersi di cambiarla; è vero, il nostro Paese sta andando a rotoli ed i tempi in cui si poteva cambiare auto di frequente sono un lontano ricordo; ma se una persona utilizza una macchina quotidianamente a mio parere deve pagare un’assicurazione NON AGEVOLATA dal momento che il rischio di sinistrosità di un veicolo in uso quotidiano è molto più elevato di una storica che percorre qualche centinaio di km all’anno per andare ai raduni o a fare una scampagnata su strade di provincia; diversamente qualcuno mi deve spiegare perché questi signori devono pagare due lire di assicurazione quando io ogni giorno utilizzo una vettura nuova molto più sicura (e quindi potenzialmente meno pericolosa) pagando cifre da capogiro…. Non è che sto pagando anche per loro? E come possessore di un’auto veramente storica avrò il diritto di preoccuparmi del fatto che, grazie a queste persone e all’Asi loro complice, un bel giorno le assicurazioni si stancheranno e che quindi le agevolazioni di cui stiamo godendo se ne andranno a farsi benedire?

Ripeto, la legge è una porcata pazzesca ma è figlia di una situazione tipicamente italiana dove chi avrebbe dovuto porre un limite all’accesso selvaggio alle agevolazioni, avendo un conflitto di interessi, ha ballato parecchio nel manico… ora il giocattolo si è rotto e le spese le dovranno fare coloro che veramente stavano facendo le capriole per conservare vetture potenzialmente storiche e ora non potranno più permetterselo… mentre nelle metropoli italiane continueranno a girare Fiat 126, Panda, Uno, Autobianchi Y10 e Ford Escort (nella foto) ridotte a catorci, revisionate da meccanici compiacenti ma esentate dal bollo e con un costo assicurativo simbolico…

Parametri come originalità, stato di conservazione e frequenza di utilizzo, che a mio parere dovrebbero essere la trave portante per moralizzare il settore, non sono stati presi in considerazione; a questo punto non ci resta che piangere e svendere agli stranieri, sicuramente governati da gente più lungimirante, il nostro patrimonio motoristico.

 

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