SESSANT’ANNI FA LA FERRARI 250 GTO: UN MITO

Nel 1961 al Salone di Ginevra la Jaguar presentò la E-Type. Un’auto così bella che arrivò a turbare i sonni di Enzo Ferrari, anche se il Drake con i suoi fedelissimi non aveva lesinato i complimenti a quella sportiva inglese di classe. Era chiaro che a Maranello bisognava correre ai ripari in fretta, senza perdere tempo, anche perché la  250 GT SWB non poteva reggere il confronto con la nuova Jaguar. L’ingegner Giotto Bizzarrini fu incaricato di progettare carrozzeria e telaio. Dopo settimane di costante pressione, con Ferrari che era praticamente onnipresente, a settembre del 1961 il primo prototipo del nuovo modello (denominato 250 GTO, dove la “O” stava per Omologata) girava a Monza con Moss e Mairesse di parecchi secondi più veloci della SWB di serie.

Lo spoiler aggiunto nella coda.

La congiura di palazzo – Il caso però volle che proprio in quel periodo un altro terremoto si abbattesse sulla factory di Maranello, sconvolgendola. Il direttore commerciale Pierangelo Gardini aveva discusso con Ferrari dopo l’ultimo battibecco con la moglie del Drake, Laura Garello, che spesso ficcava il naso in azienda e a volte sbottava in violentissimi alterchi. Una volta aveva persino messo le mani addosso all’ingegnere capo del Reparto Corse, Carlo Chiti, ferendolo al volto. Ed era arrivata a dare platealmente del ladro al direttore commerciale Gardini, prendendolo a schiaffi davanti a tutti. Gardini andò dal capo minacciando le dimissioni se la moglie di Ferrari non fosse stata ridimensionata. Per tutta risposta Ferrari licenziò in tronco Gardini. E quando l’ingegnere capo Carlo Chiti, il direttore sportivo Romolo Tavoni, il direttore amministrativo Ermanno Della Casa e Bizzarrini stesso chiesero a Ferrari in una lettera di riassumere Gardini, per tutta risposta si ritrovarono tutti licenziati in tronco. 

Si punta su Forghieri – In un batter d’occhio Ferrari si era sbarazzato del suo top management e dei responsabili della progettazione e delle corse (due reparti in cui con molta lungimiranza puntò tutto sul giovane ingegnere Mauro Forghieri). Rimaneva però sul tappeto la questione 250 GTO. Così il Drake si rivolse ad uno dei suoi più fedeli collaboratori, il carrozziere Sergio Scaglietti. “L’auto di Bizzarrini era troppo complicata, c’erano troppi tubi – ricordava Scaglietti – buttammo via tutto, cercando di fare qualcosa di più semplice.” Tuttavia, il prototipo di Bizzarrini e la 250 GTO “Produzione” di Scaglietti avevamo delle forme generali, delle proporzioni e dei trattamenti delle superfici molto simili fra loro.La “Rivolta di palazzo”, come fu spesso chiamata quella protesta collettiva, provocò però dei ritardi nello sviluppo e nelle prove della 250 GTO, intensificando le pressioni su Scaglietti. Lui rispose di conseguenza, e ricordava benissimo di aver costruito la nuova berlinetta della Ferrari in soli venti giorni, ammettendo che fu una cosa tutt’altro che agevole. I riflettori ora erano puntati su Forghieri e sul calendario dei test.

Un inizio difficile – Le cose non iniziarono bene. Aerodinamica e messa a punto i nodi principali. Nel mese di marzo del 1962, solo quattordici giorni prima del debutto ufficiale nel campionato mondiale marche Sport-Prototipi in Florida, il team di sviluppo dell’auto fece ritorno a Monza. La seconda GTO prodotta, telaio 3387 GT, era l’auto dei test, e sfoggiava un nuovo spoiler posteriore, montato per sopperire ai problemi aerodinamici. “Bandini – ricordava Forghieri – fu veloce come Stirling Moss. Ciò diede la prova definitiva che l’auto era stata messa perfettamente a punto.”

La 250 GTO seconda serie.

Una rossa da leggenda – Il 24 marzo, il telaio 3387 GT, ad alcune migliaia di chilometri da Monza, era impegnato in gara nella 12 Ore di Sebring. Guidata da due assi delle gare di durata come Phil Hill e Oliver Gendebien, la GTO finì seconda dietro un’altra Ferrari, la 250 TR/61 di Joakim Bonnier e Lucien Bianchi. Questo impressionante debutto era solo l’antipasto di quello che stava per accadere. Nei successivi tre anni, le GTO vinsero tre campionati del mondo FIA.  Costruita in soli 39 esemplari (tre prototipi e 36 auto di serie) con un motore di 2953 cc e 12 cilindri a V da 300 cavalli, questa sorta di mostro da corsa si circondò di una fama leggendaria. Nel 1964 fu realizzata in tre esemplari la seconda serie (GTO/64) mentre altri tre esemplari della prima serie ricevettero la nuova carrozzeria. Una vera e propria rossa da leggenda…

G. M.

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