CORONAVIRUS, PROBLEMI PER FCA

Il coronavirus, il morbo proveniente dalla Cina, rischia di mettere in difficoltà Fca, il gruppo Fiat Chrysler Automobiles, la società nata nel 2014 e di recente “sposatasi” con PSA, Peugeot Societé Automobiles.  A quanto pare infatti una fabbrica europea – però non si sa ancora quale sia degli undici stabilimenti di auto e motori facente parte del gruppo FCA – potrebbe fermare l’attività nelle prossime settimane se l’emergenza sanitaria peggiorerà al punto da impedire l’arrivo di componenti dalla Cina. L’amministratore delegato Mike Manley ha detto al riguardo al Financial Times che “un team è stato incaricato di monitorare qualsiasi potenziale impatto sulla produzione”. Le conseguenze “non sono calcolabili calcolabile al momento. Monitoriamo la situazione”, ha aggiunto a tale proposito il direttore finanziario di FCA, Richard Palmer, durante una coerente call sul 2019, anno che sia chiuso con un utile netto di 2,7 miliardi di euro, con un calo del 19% e ricavi per 108,2 miliardi (-2), dopo un quarto trimestre record.

UN ACCORDO CON L’AGENZIA DELLE ENTRATE

Agli analisti Palmer annuncia l’accordo raggiunto con l’Agenzia delle Entrate che aveva contestato all’azienda di aver sottostimato le attività americane di Chrysler per 5,1 miliardi di euro durante la ristrutturazione dell’ottobre 2014 quando l’ex Fiat ha acquistato la parte finale della casa di Detroit e ha trasferito la sede fiscale nel Regno Unito. “Abbiamo chiuso la transazione senza alcun obbligo di pagamento in contanti o penalità. Quindi nessun impatto sul conto economico e sul bilancio a parte la riduzione delle imposte differite attive non rilevate”, ha sottolineato Palmer. “Abbiamo concordato – spiega – che l’imponibile aumenterà di 2,5 miliardi di euro e sarà completamente compensato da 400 milioni di perdite fiscali, incamerate in precedenza e 2,1 miliardi di perdite fiscali italiane che non sono state rilevate nel bilancio”. In concreto, in numeri che emergono dall’accordo stipulato, vedono riconosciuti all’Agenzia delle Entrate un ammontare di 730 milioni per un accertamento di 2,6 miliardi di asset aggiuntivi rispetto a quelli dichiarati dal gruppo nel 2014.

RISULTATI RECORD PER IL GRUPPO

Le due notizie, quella legata al coronavirus e l’accordo con il fisco italiano, tengono banco nel giorno dei conti 2019 del gruppo che ha realizzato “risultati record” in Nord America e un miglioramento in America Latina e conferma gli obiettivi indicati per il 2020. In Borsa il titolo Fca guadagna lo 0,8%. “Il 2019 è stato un anno storico – osserva Manley – in cui abbiamo continuato a creare valore per i nostri azionisti e intrapreso iniziative mirate alla crescita futura rafforzando in modo sostanziale la nostra posizione finanziaria, impegnandoci a investire in prodotti chiave e perfezionando un Combination Agreement con PSA”. Una fusione, quella con il gruppo francese, che dovrebbe chiudersi tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 e dovrebbe generare sinergie che a regime sono stimate in circa 3,7 miliardi di euro su base annuale. Manley è ottimista per il futuro di Maserati, nonostante un 2019 difficile, ha ricordato il rilancio in corso per Alfa Romeo e sottolinea che “tanto lavoro è stato fatto per tornare a una redditività sostenibile nell’area Emea”.

 

 

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