LA CITROEN CX COMPIE 40 ANNI

LA CITROEN CX COMPIE 40 ANNI

La Citroën CX compie quarant’anni! Ripercorriamo insieme la storia della vettura che ha saputo ritagliarsi un ruolo importante nel panorama automobilistico dell’epoca nel racconto di Maurizio Marini del RIASC, il Registro Italiano Automobili Storiche Citroën.

Era l’inizio di settembre del 1974 quando trenta Citroën CX, discendendo in parata gli Champs Elysées andavano a sistemarsi davanti al civico 42 del medesimo boulevard. Quel giorno, per la prima volta, il grande pubblico poté vedere dal vivo la nuova berlina di Citroën.

La CX era bassa, aerodinamica e, non a caso, il suo nome equivaleva alla sigla del coefficiente di penetrazione nell’aria. Era una vettura modernissima.
Ciò che colpì gli spettatori di quella prima parata fu la forma della nuova Citroën: attualissima. La CX era frutto di un progetto completamente nuovo, dovuto al lavoro di Robert Opron, direttore del centro stile Citroën, e del suo team: gli eredi di Flaminio Bertoni. 

Tutto nella CX si presentava estremamente moderno. Lo stile interno era merito di Michel Harmand, progettista del centro stile Citroën di Velizy, già autore degli interni di GS ed SM. Nella CX, Harmand concretizza per la prima volta il concetto dei “satelliti”: un’idea che risale al 1969 e che nella CX si esprime con la presenza di due blocchi di comandi (frecce, luci e tergi), integrati nella parte superiore della plancia,  che possono essere azionati dal conducente senza che questi debba staccare le mani dal volante.
Sul piano tecnico, la CX introduceva un’altra novità: per ridurre al minimo le vibrazioni e filtrare al meglio i rumori della meccanica e della strada, la carrozzeria portante era fissata al telaio tramite blocchi elastici.
Poche le novità, invece, sul piano dei motori: la CX ereditava dalla DS i due propulsori meno potenti della gamma D: il 2000 ed il 2200 a carburatore, che qui erano montati trasversalmente e ruotati in avanti di alcuni gradi per prender posto sotto al filante cofano della vettura.

Cx Break
La prima evoluzione della CX è il modello Break: più grande della già spaziosissima DS Break, la CX Break è declinata da subito nelle stesse versioni della sua progenitrice; la nuova CX è perfettamente in grado di sostituire le equivalenti DS e il successo è immediato.

CX Pallas
La CX Pallas arriva quasi subito, idem per la finitura “administration”. La nuova classe politica francese aveva deciso di modernizzare la Francia e anche la propria immagine. Le squadrate berline Peugeot e Renault (azienda di Stato) avevano rimpiazzato molte delle DS e la CX si presentava certamente più moderna, ma non così comoda internamente a causa della conformazione del suo abitacolo.
Del resto, l’abbiamo detto, la CX doveva essere un’auto per giovani, sedurre i suoi clienti perché somigliava ad un’astronave, non ad un salotto.

CX Prestige
Quando Citroën invia la prima CX Prestige al Presidente francese Giscard D’Estaing, che dal suo metro e novanta d’altezza non aveva certo la statura di un fantino, se la vede restituire al mittente l’indomani: il Presidente “non c’entra”, batte la testa sul tetto.
In tutta fretta fu allestita una nuova versione con tetto rialzato che fu riportata rapidamente all’Eliseo, ma i comuni mortali dovettero ancora accontentarsi del tetto “basso” che rimase in produzione per più di un anno, così come dei motori meno performanti (anche se il 2400 della DS23 era già arrivato sulla CX, ma solo con carburatore), mentre la Prestige del Presidente già montava la moderna iniezione elettronica Bosch che sarebbe debuttata sulla CX solo nel 1977.

CX Diesel
In seguito alla crisi petrolifera del ’75, in Europa molti pensarono all’acquisto di vetture a gasolio, per la gioia di Peugeot, che aveva investito molte risorse nello sviluppo di questa tecnologia, ma anche di Mercedes che disponeva di auto molto lente, ma confortevoli e sufficientemente lussuose.
Citroën rispose con la CX Diesel, nata con il motore 2200 della DS con testata speciale per il ciclo a gasolio, simile a quello che già equipaggiava il furgone C35, venduto anche in Italia come Fiat 242 Diesel.
Nel 1978 la cilindrata crebbe sino a due litri e mezzo e la potenza raggiunse i 75 cavalli, mentre la velocità massima crebbe sino a 156km/h.
La CX Diesel continuò ad evolversi e per l’anno-modello 1984 arrivò il turbocompressore che portò i cavalli a quota 95 e la velocità a quasi 175km orari. Lo spot televisivo per il lancio della nuova CX Turbodiesel si chiedeva “quante auto a benzina si mangerà oggi?” perché la CX era diventata la Diesel più veloce del mercato.

CX2
L’arrivo della CX2 non segnò un significativo incremento di vendite di un modello che stava iniziando a sentire il peso degli anni e solo la versione Diesel da 120 cavalli riuscì a donare alle vendite della CX una breve ripresa, tanto che negli ultimi due anni di produzione la stragrande maggioranza degli esemplari venduti aveva questo tipo di motore.
Citroën e Peugeot si impegnarono in un progetto per una nuova piattaforma su cui costruire le rispettive vetture “alto di gamma” e nel 1989 anche la CX trova un’erede nella nuova XM, l’ammiraglia per gli anni 2000 che offre uno spazio interno nettamente maggiore, con misure dell’ordine di quelle della vecchia DS e motori interessanti e moderni.

Come accadde per la DS, anche la CX Break sopravvivrà due anni alla versione berlina: le ultime CX Break usciranno dallo stabilimento di Aulnay-Sous-Bois nel 1991, quando ormai la XM Break, prodotta nella moderna fabbrica di Rennes, in Bretagna, è già nei saloni dei Concessionari della Marca.

 

 

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