BERNIE ECCLESTONE E MARTIN BRUNDLE DIVISI SULLA FORMULA 1

Austin (USA) – Bernie Ecclestone, il numero della Formula One Administration, e l’ex pilota di Formula 1 e commentatore di Sky inglese Martin hanno evidenziato opinioni diverse sul futuro della Formula 1. In un Gran Premio come quello di Austin nel Texas dove sono soltanto diciotto le vetture in griglia (anzi 17, perché la Red Bull di Sebastian Vettel partirà dalla pit lane avendo utilizzato la sesta Power Unit) il tema della crisi finanziaria della Formula 1 ha tenuto banco nelle conferenze stampa di tutti i team principal.

Una situazione che ha preoccupato lo stesso Bernie Ecclestone,  non solo per l’assenza di Caterham e Marussia, quanto perché qualche altro team potrebbe imitarli: “Si potrebbe scendere a 14 vetture – ha detto Bernie Ecclestone – se perdiamo altre due squadre, ed è quello che succederà. Non sarebbe assolutamente un dramma se ne restassero 18, ma non possiamo ancora dire se sarà così o no”.

Ma alla Formula 1 servono i team cosiddetti minori? “Abbiamo bisogno di loro – è stata la risposta di Bernie Ecclestone – solo se hanno intenzione di essere presenti in modo adeguato, e non girando a chiedere l’elemosina”. Evidente l’allusione alle richieste di supporto economico ricevute di recente.

In ogni caso Bernie Ecclestone punta il dito più che sui costi in sé o sulla situazione economica, su alcune scelte tecniche che non condivide (e non è il solo…): “Dobbiamo cambiare le regole. Dobbiamo sbarazzarci di questi motori che non servono a nessuno e non sono la Formula Uno”. Più volte in passato Bernie Ecclestone ha dichiarato che il rumore dei motori V6 turbo che hanno esordito quest’anno non gli piace molto.

F1 Grand Prix of Hungary - Qualifying

Per Martin Brundle, telecronista di Sky inglese per la Formula 1, con la terza monoposto i costi salirebbero enermemente.

Per quanto riguarda invece la possibilità di schierare la terza monoposto, Martin Brundle ha detto ad Austin: “Per me si tratta di un rimedio a breve termine, ma un disastro a lungo termine. Mi è stato riferito che gestire una vettura in più l’anno prossimo costerebbe dai 35 ai 40 milioni di sterline (vale a dire 50 milioni di euro circa) e oltretutto non potrebbe nemmeno segnare punti, anche se questo non è ancora chiaro. Ma come si riuscirà a recuperare questa spesa supplementare? Non ci sono giovani piloti che dispongono di queste cifre. Nuovi sponsor? Ma se perfino la McLaren ha difficoltà a trovarne uno principale già adesso… Quindi come potrebbe funzionare?.

“Mi pare inoltre – ha aggiunto l’ex pilota e telecronista di Sky inglese – che a tre soli team verrebbe concessa la possibilità di mettere in pista una terza monoposto: McLaren, Red Bull e Ferrari. Poi si aggiungerebbero la Mercedes e gli altri: un sistema complicato come solo la Formula 1 riesce a partorire”.

Anche se per il 2016 è atteso il debutto del team Haas, già ora team come Lotus e Sauber (ma anche alla Force India non dormono sonni tranquilli) sono fortemente indebitati. La Federazione Internazionale dell’Automobile si stia muovendo nell’intento di ridurre i costi, aiutando i team minori a sopravvivere e favorire l’arrivo di nuovi, come la “Forza Rossa” dalla Romania.

Un ulteriore segnale d’allarme viene dalla Caterham: i suoi amministratori avrebbero appena confermato che la squadra potrebbe essere liquidata nel giro di un paio di settimane qualora non venisse trovato un acquirente.

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