LO STRANO CASO DELLA CHEVROLET HHR (E NON SOLO)

mutti-cartoonGabriele Mutti

Ci sono auto che non vanno bene come vendite fin dall’inizio, altre che conoscono la crisi dopo qualche anno, ma un caso come quello della Chevrolet HHR è unico nel suo genere. Il modello venne offerto solo in versione a 5 porte e furgone a tre porte, ma soprattutto arrivò a un passo dall’essere importata in Italia, con un primo stock di auto che arrivò nella sede della General Motors Italia a Roma, un abbozzo di listino e persino la stampa di settore italiana invitata alla presentazione internazionale: all’ultimo momento però non se ne fece nulla e lo stock di auto fu inviato in Germania, dove la HHR fu invece regolarmente posta in vendita.

Progettata da Bryan Nesbytt (guarda caso lo stesso designer che quando lavorava in Chrysler concepì lo stile della PT Cruiser, cui si ispirava questo modello) aveva un look decisamente rétro. L’auto fu presentata come concept al Salone di Los Angeles del 2005 e fu commercializzata a partire dal model year 2006. La HHR possedeva una capacità di carico di 1,78 metri cubi. Tutti i modelli avevano un piano di carico piatto (la versione per il trasporto passeggeri aveva un divano abbattibile e frazionabile 60/40) ed un sedile anteriore lato passeggero abbattibile a scomparsa nel pavimento. Aveva motori soltanto a benzina di 2,2 e 2,4 litri.

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La Citroen 2CV6 Club mai importata in Italia.

Per il model year 2007 erano disponibili quattro allestimenti, LSLT2LT e Special Edition. Una versione furgone fu offerta a partire dal 2007 solo con l’allestimento LT. Dal 2008 fu disponibile con tutti i tipi di allestimento. La HHR era assemblata a Ramos Arizpe, in Messico, e fu posta in vendita in Nordamerica, in alcuni Paesi europei, in Giappone e dal 2006 al 2009 in Messico.  Alla presentazione internazionale per l’Europa a dicembre 2007 fu invitata anche la stampa specializzata italiana, in previsione dell’importazione anche in Italia di questo modello: fu ipotizzato un listino e un primo stock di veicoli arrivò alla sede della General Motors Italia a Roma, destinato alla stampa e ai dealer. Poi all’ultimo momento tutto sfumò e lo stock fu dirottato in Germania, dove la HHR fu commercializzata regolarmente.

Fra le cause della mancata importazione si possono ipotizzare il fatto che fosse proposta solo con motori a benzina di una cubatura piuttosto importante (la PT Cruiser invece era proposta anche con lo stesso 1.6 a benzina montato sulla Mini by BMW e con un interessante 2.2 turbodiesel di derivazione Mercedes) e che la sua rivale dopo una fiammata iniziale avesse un calo nelle richieste, al punto che entro il 2009 la versione 1.6 non venne più importata e l’anno dopo fu la volta della 2.2 turbodiesel. Poi, in seguito all’acquisizione del Gruppo Chrysler da parte della Fiat, tutta la gamma Chrysler e Dodge sparì dal mercato italiano, dove rimase solo la Jeep. Alcuni modelli vennero riproposti con i marchi Fiat e Lancia: la Dodge Journey divenne Fiat Freemont, la Chrysler 300 C fu riproposta (solo in versione berlina) come Lancia Thema e un cabriolet della Chrysler venne ribattezzato Lancia Flavia (con vendite al lumicino anche perché disponibile solo con motore 2.4 a benzina e con la trasmissione automatica).

A partire dal model year 2008 la HHR fu proposta anche in una versione sportiva denominata SS Turbocharged, con un quattro cilindri sovralimentato da 260 CV (235 CV con il cambio automatico a quattro rapporti). L’ultima HHR fu assemblata a maggio del 2011.

Questo comunque non è l’unico caso di un’auto la cui importazione in Italia fu annullata in extremis: all’inizio degli Anni 80 la Citroen dopo aver fatto persino stampare i depliant che comprendevano questa versione, decise di non importare nella Penisola la 2CV6 Club, versione intermedia tra la spartana Spécial e l’elegante Charleston.

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La Fiat Gingo esposta a Ginevra 2003.

Nel 2003 la Fiat aveva presentato a marzo al Salone di Ginevra la Gingo, erede a cinque porte della Panda. Subito aveva sollevato critiche per il nome, poco gradito dall’opinione pubblica. Ma soprattutto prima della sua commercializzazione giunse l’opposizione ufficiale di Renault che lo considerò troppo simile a quello del suo modello, la Twingo. Fu così che i vertici Fiat decisero, a commercializzazione già avviata, di cambiare il nome in Panda, come il modello che andava a sostituire. Le macchine per il lancio arrivarono come Gingo e stampati e marchietti vennero sostituiti in fretta e furia nelle concessionarie. Nella foto nella home page accanto al titolo la Chevrolet HHR.

(Si ringrazia per la collaborazione Alessandro Della Mora)

it.wikipedia.org/wiki/Chevrolet_HHR

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