Colpo di scena nella vicenda del Museo Bertone all’asta: l’ASI ha acquistato le 79 auto della Collezione Bertone. La notizia è stata confermata dall’ufficio stampa dell’ASI. L’operazione si deve al presidente, l’avvocato Roberto Loi, che a quanto pare avrebbe gestito in prima persona, con alcuni dipendenti dell’associazione federata, l’ operazione.
L’Asi si è aggiudicata ieri, lunedì 28 ottobre, per 3,44 milioni di euro la storica collezione della Carrozzeria Bertone. Il celebre patrimonio, che è stato venduto con un rialzo del 61% rispetto alla base d’asta, composto da 79 pezzi – tra veicoli, telai e modelli – del museo Bertone, comprende mezzi di grande importanza come le Lamborghini Miura, Espada e Countach, una Lancia Stratos stradale, una Alfa Romeo Giulia SS, una Giulia Sprint, una Montreal e numerosi prototipi disegnati da Nuccio Bertone.
L’ASI è un club, non ha fini di lucro, e una cifra del genere appare comunque rilevante per le casse dell’associazione (il cui saldo è stato indebolito dal calo di iscritti in seguito alla nota vicenda delle auto storiche ventennali). Non è stato facile aggiudicarsi un lotto così prestigioso: l’ASI si è imposto dopo ben 40 rilanci.
Tra le numerose splendide realizzazioni di Bertone andate all’asta (in toto, il lotto è unico) tra il 14 ed il 28 Settembre, spiccano splendidamente, come abbiamo detto, anche una Lancia Stratos, le Lamborghini Miura, Countach, Espada e Genesis (prototipo di auto familiare mai entrato in commercio), svariate Alfa Romeo (Montreal e diverse versioni di Giulia e Giulietta su tutte), alcuni esemplari di Fiat X-1/9 e di Dino Coupè, una splendida Dino 308 GT4 e svariati prototipi ed esemplari unici, come la Ferrari Raimbow, l’esclusiva Fiat Punto Coupè, la Fiat X1/9 a passo lungo, la Bertone Nivola, la Jaguar B99 GT e l’Aston Martin Jet 2.
Non va peraltro dimenticato che tra i fini dell’associazione figurano la salvaguardia e valorizzazione del patrimonio automobilistico nazionale. Ecco al riguardo cosa ha dichiarato l’avv. Loi: “Riteniamo che, in ottemperanza dei fini statutari, ASI debba svolgere preminentemente l’attività di conservazione del patrimonio storico nazionale. Una collezione come quella di Bertone rientra certamente nel patrimonio storico, e avendone la possibilità economica, ASI ha ritenuto giusto e doveroso partecipare all’asta.
“Circa quattro anni fa, sapendo che era in corso la vendita di alcuni veicoli prestigiosi della collezione, avevo richiesto un intervento dell’Associazione per avviare un procedimento che avesse come obiettivo quello di porre il vincolo della sovrintendenza su questi beni ritenuti culturali, al fine di impedirne il trasferimento all’estero e la vendita di singole vetture.
“Il ricorso fu accettato ed è grazie ad esso se oggi possiamo tenere qui in Piemonte un patrimonio nazionale come questo. Questa è certamente un’operazione che nessun’altra associazione avrebbe potuto portare a termine.
“Tale risultato è stato possibile poiché in passato ASI ha voluto e saputo accantonare gli avanzi di gestione, che oggi sono serviti per acquistare la collezione e che in futuro consentiranno nuove operazioni che vadano a sostituire le mancate entrate dovute alla Legge di Stabilità. Adesso porteremo avanti un programma che definiremo nelle prossime riunioni consiliari che permetterà agli associati, agli appassionati ed ai semplici curiosi di ammirare le 79 vetture della Collezione Bertone”.
A quanto pare, giovedì scorso Loi avrebbe convocato un consiglio straordinario, e nella giornata di ieri si sarebbe chiuso nel suo ufficio nella sede dell’ASI, a Torino.
Indubbiamente è un gran colpo a livello di immagine per Loi e l’ASI nell’aspra contesa con l’ACI. Ora viene spontaneo chiedersi con ne farà l’ASI delle 79 auto della collezione Bertone e dove le esporrà e custodirà. Tutte domande a cui speriamo di avere risposta quanto prima.