BUON COMPLEANNO, ALEX ZANARDI !

Alex Zanardi compie oggi 48 anni. Contagiriblog augura di cuore buon compleanno a questo splendido campione pubblicando il video del suo celebre sorpasso a Laguna Seca alla curva cavatappi all’ultimo giro infilano uno stupefatto Bryan Herta che credeva già di aver vinto quella gara di Formujla Cart.

Campione Cart nel 1997 e 1998 e di Superturismo 2005, nel paraciclismo ha conquistato due medaglie d’oro ai Giochi paralimpici di Londra 2012 e tre titoli mondiali di categoria.

Nato il 23 ottobre 1966 a Bologna (lo stesso giorno in cui nacque nel 1937 Geki Russo, un altro grande campione di cui abbiamo scritto nei giorni scorsi) e cresciuto a Castel maggiore, fin da bambino ebbe la passione per i motori. La famiglia, però, inizialmente si oppose soprattutto a causa della morte della sorella maggiore Cristina in un incidente stradale nel 1970. A quattordici anni costruì il suo primo kart, ma potendo contare solamente sull’assistenza del padre e su un mezzo scarsamente competitivo i risultati tardarono ad arrivare. Il suo debutto avvenne a Vado in una gara sponsorizzata dalla Pubblica assistenza. Nel 1982 si iscrisse al campionato nazionale, categoria 100cc, e a fine anno concluse terzo in classifica generale. Negli anni seguenti prese parte a diversi eventi sia a livello nazionale che internazionale affinando il suo stile di guida. Nel 1985 riuscì a conquistare il titolo italiano e ad imporsi al Gran Premio di Hong Kong, risultato che ripeté tre anni dopo. Si affermò inoltre come campione europeo nella categoria 135 cc.

Nel 1988 l’esordio in Formula 3 con una Dallara-Alfa Romeo. La prima vittoria arrivò nel 1990 con una Ralt-Toyota, anno in cui vinse anche la Coppa Europa in prova unica a Le Mans.

Nel 1991 decise quindi di passare in Formula 3000 vincendo la gara d’esordio a Vallellunga, ripetendosi un paio di mesi dopo al Mugello. Quell’anno ebbe modo di testare per la prima volta una Formula 1, la Footwork Arrows. Poi la Jordan lo ingaggiò al posto di Roberto Moreno per le ultime tre gare del mondiale di quell’anno. Ottenne, dunque, un nono posto all’esordio in Spagna, seguito da un ritiro per la rottura del cambio in Giappone e fu nuovamente nono in Australia.

Nonostante i buoni risultati ottenuti e il desiderio da parte di Eddie Jordan di confermarlo per il 1992, il team irlandese versava in una situazione finanziaria precaria e necessitava di ingenti sponsor di cui il pilota italiano non disponeva. Zanardi fu quindi costretto a cercare un’altra scuderia e firmò un contratto con la Tyrrell, per correre la con la sua squadra, ma il maggior introito economico garantito da Andrea De Cesaris fece sì che il bolognese si ritrovasse senza un volante. Briatore decise, però, di assumerlo come collaudatore e terza guida per la Benetton, affidandogli il compito di svolgere test sul sistema di sospensioni attive che il team stava sviluppando.
A metà stagione, poi, Giancarlo Minardi gli diede l’occasione di disputare tre corse in sostituzione di Christian Fittipaldi, infortunatosi durante le prove del GP di Francia. Dopo aver mancato la qualificazione in Gran Bretagna, in Germania fu costretto al ritiro nel corso del primo giro per la rottura del cambio. L’ultima gara stagionale fu, per lui, il GP d’Ungheria, in cui mancò nuovamente la qualificazione, dopodiché ritorno alla Benetton per proseguire i test.

L’anno seguente fu ingaggiato dalla Lotus come seconda guida a fianco di Johnny Herbert. Ottenne il primo punto mondiale in Brasile, sebbene fosse rimasto vittima di un infortunio durante la corsa, guidando per gli ultimi venti giri con una mano sola. Bella ma vana la sua lunga rimonta a Imola, seguita da un un altro ritiro in Spagna mentre occupava la sesta posizione e da un settimo posto a Monaco. A questo punto della stagione, però, la Lotus decise di evolvere ulteriormente il suo sistema di sospensioni attive, ma questo causò frequenti problemi di affidabilità, tanto che il pilota bolognese fu spesso costretto al ritiro.

A un incidente fuori dai circuiti, in cui venne investito mentre si trovava in bicicletta a Bologna, se ne sommò un altro durante le prove del GP del Belgio. Un guasto alle sospensioni fece sì che il pilota si schiantasse a oltre 240 km orari contro le barriere delRaidillon, costringendolo a concludere anticipatamente la stagione. Per la notevole forza che si scaricò sulla sua schiena Zanardi divenne immediatamente più alto di tre centimetri. Uscì comunque dall’incidente senza gravi lesioni, nonostante avesse perso conoscenza durante lo scontro. La Lotus decise di sostituirlo con Pedro Lamy in virtù, soprattutto, della dote finanziaria portata dal portoghese, ritrovandosi quindi senza un volante per il 1994.

Perso il posto a vantaggio di Lamy, rimase come collaudatore nel team inglese. Il portoghese fu, però, vittima di un incidente durante una sessione di test a Silverstone in cui si ruppe entrambe le gambe. Promosso nuovamente a pilota titolare si ritrovò, però, ad utilizzare una monoposto lenta e non aggiornata, oltre che scarsamente affidabile. Tutto ciò impedì nel corso della stagione a Zanardi di collezionare punti iridati. Inoltre la crisi economica della Lotus spinse il team a rimpiazzarlo in alcune gare con il belga Philippe Addams, dotato di una dote di sponsor abbastanza ingente. Ciò non fu comunque sufficiente per le casse della scuderia che, a fine anno, abbandonò la Formula 1, lasciando Zanardi senza un volante.
Rimasto senza un contratto per il 1995, Zanardi non prese parte ad alcun evento sportivo, se si eccettua la partecipazione alla Porsche Supercup ad Imola. Rick Gorne, direttore commerciale della Reynard, che conosceva il pilota bolognese già dai tempi in cui correva in Formula 3000 decise, però, di contattarlo al fine di farlo esordire nella Champ Car, ma i suoi tentativi furono infruttuosi. Entro la fine della stagione disputò poi due ulteriori corse nella categoria GT3 ottenendo discreti risultati. Chip Ganassi era, però, alla ricerca di un secondo pilota da affiancare a Jimmy Vasser per la stagione 1996 di Champ Car e Gorne decise di portare nuovamente Zanardi negli USA per una sessione di test, ottenendo buoni risultati.
Nell’ottobre del 1995 firmò quindi il contratto con Ganassi valido per i tre anni seguenti. Zanardi si ambientò velocemente alla serie ottenendo la pole position alla seconda gara e tre vittorie nella seconda parte della stagione che gli assicurarono il terzo posto nel campionato. Inoltre vinse il titolo di Rookie of the year (esordiente dell’anno) anche grazie alla vittoria a Laguna Seca dove sorpassò in modo spettacolare alla curva Cavatappi (o Corkscrew), durante l’ultimo giro, il più esperto Bryan Herta, che fino a quel momento era in testa. Nel 1997 e 1998 conquistò due volte il titolo dominando le stagioni e divenendo un idolo delle folle d’Oltreoceano grazie alle sue vittorie spettacolari.

Nel luglio del 1998 Zanardi prese poi contatti con Frank Williams, per partecipare al mondiale di Formula 1 del 1999, dopo che il suo nome era stato avvicinato anche alla Ferrari. L’italiano firmò dunque un contratto triennale con il team inglese. Durante i test, però, mostrò difficoltà sul giro singolo, mentre il suo passo gara era discreto. Inoltre il pilota doveva adattarsi alle nuove vetture, completamente differenti sia da quelle a cui era abituato negli USA che a quelle con cui aveva corso negli anni precedenti.

Già dalla prima gara stagionale Ralf Schumacher, suo compagno di squadra, ottenne prestazioni migliori e giunse a podio, mentre l’italiano venne costretto al ritiro. Nonostante il sostegno da parte del suo team in questa fase iniziale del campionato le pressioni su di lui aumentarono via via, a fronte anche di risultati non eccellenti. In Brasile poi ricevette pure una multa di cinquemila dollari per aver superato il limite di velocità nella corsia dei box. Ad Imola, invece, sembrò poter conquistare il primo punto, ma scivolò sull’olio lasciato dal motore della vettura di Herbert, ritirandosi mentre occupava la sesta posizione. Il prosieguo della stagione, però, fu deludente e raramente Zanardi riuscì anche a concludere le gare, venendo spesso costretto al ritiro o a posizioni di rincalzo. Durante l’estate, poi, venne resa nota l’intesa tra Williams e BMW per la fornitura dei motori a partire dal 2000 e si diffuse la voce che il pilota italiano a fine stagione avrebbe abbandonato la scuderia.

Nonostante ciò in Belgio ripeté il suo miglior risultato in qualifica dell’anno e sembrava avviarsi verso la conquista dei primi punti stagionali quando, negli ultimi giri, a causa di un errato calcolo della quantità di benzina da immettere nel pit stop, fu costretto a rallentare perdendo diverse posizioni. A Monza ottenne la sua miglior qualifica in carriera piazzandosi quarto, ma la rottura del fondo piatto al terzo giro, mentre occupava la terza posizione, non gli permise di mantenere tempi sul giro veloci e terminò la gara settimo. Ormai demoralizzato Zanardi non ottenne più alcun risultato di rilievo terminando la stagione a zero punti. Pilota e squadra rescissero quindi il contratto, pare per circa quattro milioni di dollari, e l’italiano si ritrovò senza un volante per l’anno seguente.
Uscito momentaneamente dal mondo dell’automobilismo, prese parte nel 2000 soltanto al Rally di Monza. A luglio era però tornato negli USA e fu ingaggiato dal team di Morris Nunn per correre nella Champ Car nella stagione 2001.
Fin dall’inizio del campionato, però, si evidenziarono diversi problemi, tra cui le difficoltà di Zanardi a trovare un buon assetto per le qualifiche e l’inesperienza del team. Inoltre errori di strategia della squadra o inconvenienti tecnici gli impedirono più volte di salire sul podio, tanto che il suo miglior risultato fu un quarto posto a Toronto. La squadra, però, stava acquisendo fiducia a causa dei progressi della monoposto e Zanardi si presentò all’appuntamento europeo del Lausitzring motivato. Le qualifiche non vennero disputate a seguito di un violento acquazzone e la griglia fu determinata in base alla posizione in campionato. Nonostante partisse ventiduesimo riuscì a recuperare posizione su posizione, portandosi al primo posto. A tredici giri dalla fine, dopo aver compiuto la sua ultima sosta, uscendo dai box, dopo aver tolto il limitatore di giri, Zanardi perse improvvisamente il controllo della vettura (pare per la presenza di acqua e olio sulla traiettoria di uscita) che, dopo un testacoda, si intraversò lungo la pista, mentre sulla stessa linea sopraggiungeva ad alta velocità la monoposto di Alex Tagliani. L’impatto fu violentissimo: la vettura di Tagliani colpì perpendicolarmente quella del pilota bolognese all’altezza del muso, dove erano alloggiate le gambe, spezzando in due la Reynard-Honda. Prontamente raggiunto dai soccorsi, Zanardi apparve subito in condizioni disperate: lo schianto aveva provocato, di fatto, l’istantanea amputazione di entrambi gli arti inferi, il destro al di sotto del ginocchio, il sinistro poco sotto e il pilota rischiò di morire dissanguato.Per salvargli la vita, Steve Olvey, capo dello staff medico della CART, “tappò” le arterie femorali del pilota per tentare in qualche modo di fermare la massiccia emorragia. Dopo aver ricevuto l’estrema unzione dal cappellano della serie automobilistica, venne caricato sull’elicottero e condotto all’ospedale di Berlino, dove rimase in coma farmacologico per circa tre giorni e gli venne rimosso chirurgicamente il ginocchio sinistro, irrimediabilmente compromesso. Dopo sei settimane di ricovero e una quindicina di operazioni subite Zanardi poté lasciare l’ospedale per cominciare il processo di riabilitazione. Nel giro di diversi mesi riuscì nuovamente a camminare e, nel dicembre dello stesso anno, si presentò alla premiazione dei Caschi d’oro promossa dalla rivista Autosprint, in cui si alzò in piedi dalla sedia a rotelle, suscitando una grande emozione tra i presenti. Zanardi decise poi di riavvicinarsi al mondo delle corse. Scherzando sulla sua menomazione ha affermato che, se si dovesse rompere di nuovo le gambe, questa volta basterebbe soltanto una chiave a brugola, per rimetterlo in piedi, e che ora non rischia più di buscarsi un raffreddore camminando scalzo.

Nel 2002 la CART diede al pilota la possibilità di far partire una gara della stagione a Toronto in Canada e nel 2003 Zanardi tornò nel circuito tedesco nel quale due anni prima fu vittima del terribile incidente, per ripercorrere simbolicamente i restanti 13 giri della gara del 2001 a bordo di una vettura appositamente modificata. I tempi registrati sul giro furono velocissimi e gli avrebbero permesso di partire dalla quinta posizione se il pilota fosse stato iscritto al campionato.

Grazie anche a questo fatto Zanardi tornò a correre e nel 2005 tornò alla vittoria aggiudicandosi a bordo di una BMW 320Si WTCC del team Italy-Spain la seconda gara del Gran Premio di Germania il 28 agosto a Oschersleben, gara valida per il Mondiale Turismo, meglio conosciuto come WTCC. Il bolognese, sempre nello stesso anno, riuscì a conquistare il Campionato Italiano Superturismo. Nell’ottobre 2005 vinse la prima manche del Campionato Europeo Superturismo a Vallelunga, ma nella seconda corsa gli svedesi Bjork e Goransson dilagarono impedendogli di vincere il titolo. Nel 2006 partecipa ancora con la BMW al Campionato Italiano Superturismo e al WTCC, nel quale conquista la seconda vittoria in campo internazionale dall’incidente del Lausitzring nella gara 1 della tappa turca del WTCC a Istanbul. Nel 2009 si impone in gara-1 a Brno.

Apprezzato sia come atleta sia come persona per l’atteggiamento positivo verso la vita e le sue avversità, dopo l’incidente del Lausitzring Zanardi ha iniziato a partecipare a varie manifestazioni per atleti disabili, e dopo il ritiro dalle corse automobilistiche ha intrapreso una nuova carriera sportiva nel paraciclismo, dove corre in handbike nella categoria H4.

Ha preso parte alla sua prima gara partecipando alla maratona di New York nel 2007, in cui ha colto un sorprendente quarto posto. Il 19 giugno 2010, ai campionati italiani di ciclismo su strada di Treviso ha conquistato la maglia tricolore. Ai campionati mondiali del 2011 a Roskilde, in Danimarca, ha vinto la medaglia d’argento nella prova a cronometro ed ha ottenuto un quinto posto nella prova in linea. Il 6 novembre 2011 ha vinto la maratona newyorkese, stabilendo nell’occasione anche il nuovo record della categoria handbike. Il 18 marzo 2012 ha vinto la maratona di Roma, ‘firmando’ anche questa volta il record del percorso.

Nell’estate 2012 si presenta al via dei XIV Giochi paralimpici estivi di Londra, e conquista l’oro nella gara contro il tempo svoltasi sul circuito di Brands Hatch. Nella stessa pista, il 7 settembre ottiene il suo secondo titolo paralimpico, stavolta nella prova su strada. Il giorno dopo riesce ad ottenere la sua terza medaglia, questa volta d’argento, nella staffetta a squadre mista H1-4, assieme a Francesca Fenocchio e a Vittorio Podestà. Al termine della Paralimpiade, viene scelto come portabandiera azzurro per la cerimonia di chiusura dei Giochi. Il 4 ottobre seguente, in virtù dei risultati conseguiti a Londra, viene eletto “Atleta del mese” da un sondaggio online del Comitato Paralimpico Internazionale.

L’anno successivo, Zanardi si conferma ai massimi livelli della sua categoria. In Canada, nello spazio di pochi giorni, dapprima vince la Coppa del Mondo, e ai successivi campionati mondiali di Baie-Comeau inanella tre medaglie d’oro, confermandosi dopo la Paralimpiade nelle prove a cronometro e su strada e trionfando stavolta anche nella staffetta mista assieme a Vittorio Podestà e Luca Mazzone. L’anno successivo ai mondiali USA di Greenville, Zanardi trionfa nuovamente nella cronometro e nella staffetta, mentre nella gara in linea conquista la medaglia d’argento alle spalle del sudafricano Ernst Van Dyk.

Nel 2010 debutta come conduttore televisivo, conducendo su Rai 3 il programma di divulgazione scientifica ‘ E se domani’, sulla scienza e le nuove tecnologie. Il programma ottiene buoni riscontri per via del carattere di semplicità del linguaggio divulgativo sollecitato dal conduttore che, non essendo addentro alla materia, svolge più il ruolo di “curioso” che non di “conoscitore”.

Dal 2012 conduce con successo il programma di divulgazione sportiva ‘Sfide’, sempre su Rai 3.

Ha anche fondato l’associazione Bimbingamba, che aiuta i bambini che hanno subìto gravi lesioni agli arti inferiori.

http://www.bimbingamba.com/

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