Sessant’anni fa apparve l’Alpine, l’ammazzarally



Per molti giovani oggi l’Alpine è un team di Formula 1. Ma in realtà l’Alpine  Renault A110 fu presentata per la prima volta al Salone di Parigi del 1962 e seppe farsi onore per molti anni nei rally, dando del filo da torcere alla Lancia Fulvia HF, al punto da costringere i vertici della Casa torinese a dare vita alla Stratos.

Un cuore piccolo piccolo – La più famosa auto sportiva prodotta da questa Casa, che arriverà nel 1973 a vincere il campionato del mondo rally, nacque con un piccolo motore di soli 956 cc derivato da quello della Renault R8. Ma aveva una linea filante e molto aggressiva per l’epoca e pesava solo 685 kg, per cui poteva arrivare all’incredibile velocità di 160 km/h. Inizialmente la soluzione del motore posteriore poneva dei problemi di raffreddamento, per cui, soprattutto in gara e nei mesi più caldi dell’anno, si arrivò a far rimanere lievemente aperto il cofano posteriore facendo ricorso a degli appositi sostegni (un po’ come aveva fatto l’Abarth con le 850 TC e 1000 TC derivate dalla Fiat 600).

Il radiatore anteriore.

Il radiatore anteriore – Poi a partire dalla 1300 l’adozione del radiatore anteriore risolse definitivamente questo problema. Classica trazione posteriore, con il motore a sbalzo del retrotreno e una carrozzeria in vetroresina, con molti elementi presi da altre auto dando vita a un incredibile patchwork (le frecce anteriori della Citroen Dyane, le luci dietro della R8 e così via) vide il suo motore aumentare progressivamente di cilindrata col passare del tempo: 1108 cc nel 1964 e 1289 nel 1967, per arrivare via via ai vari 1.4, 1.6 e anche 1.8 (ci fu persino un prototipo col turbo).

Vincente su strada e in pista – Con i motori più potenti l’Alpine si mise a vincere rally a ripetizione, oltre ad imporsi anche nei circuiti e nelle gare per la categoria GT che si svolgevano in tutto il mondo. Come abbiamo detto, arrivò a mettere in difficoltà persino la Lancia Fulvia HF e dovette arrendersi solo a quella “bête à gagner” che fu la Lancia Stratos, apparsa sulla scena dei rally mondiali nel 1974.

Il retrotreno a camber negativo.

Guidata col pendolo – L’Alpine va guidata con la classica tecnica del pendolo e del sovrasterzo di potenza. Un’auto che sembra fatta su misura per chi ama la guida funambolica, dando spettacolo nelle prove speciali dei rally. Caratteristiche del suo assetto sono le sue ruote posteriori a camber negativo, studiate per poter scaricare al meglio a terra i cavalli di cui dispone il motore, dando all’Alpine un rapporto peso-potenza davvero invidiabile.

G. M.

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