ADDIO A NESTORE MOROSINI, GRANDE COLLEGA

Milano – Si è spento  83 anni, portato via dal maledetto Covid-19, Nestore Morosini, grande penna del Corriere della Sera. Scriveva di auto e sport motoristico, soprattutto di Formula 1, ma non disdegnava il calcio, specie quando si trattava dell’Inter, sua grande passione (condivisa da chi scrive). Attento, affabile, polemico quando serviva, il “grande Nestore” sapeva cogliere curiosità e indiscrezioni che spesso spiazzavano i colleghi. Come quando capì che Lauda stava per andare alla Brabham-Alfa Romeo abbandonando la Ferrari; uno scoop che non andò giù né a Lauda né a Ferrari stesso. Lauda da allora lo apostrofò spesso chiamandolo “Spaghetti Press” provocando le sue ire… Morosini parlò con entusiasmo con chi scrive delle performance artistiche di sua figlia, Valeria, attrice che si era fatta un nome recitando un “Un posto al sole” su Rai 3 nella parte di Emma Contini e che poi prese parte a vari film e fiction di successo. Nestore non guardava in faccia nessuno: se era certo dell’attendibilità di una notizia, la scriveva senza problemi di sorta, ben sapendo che a volte avrebbe provocato un pandemonio. Come quando dopo le confidenze di un dirigente dell’Inter ipotizzò un clamoroso scambio fra Inter e Torino con Rivera e Sala che cambiavano casacca! Apriti cielo… Poi aveva delle geniali intuizioni anche sui soprannomi: per la voglia di emergere della Osella, arrivata da poco in Formula 1, non esitò a definirla sul Corriere della Sera con un affettuoso nomignolo: “Bramosella”… Memorabili anche le sue discussioni con Ferrari. Quando esaltò Villeneuve per una pole position dimenticandosi di citare nell’articolo la Ferrari arrivò puntuale (alle 5 del mattino) la telefonata di Ferrari: “Con cosa l’ha fatta pole position Villeneuve, con una bicicletta?”. E giù il telefono. Morosini richiamò Ferrari scusandosi per la dimenticanza, nella foga di scrivere. E il Drake: “Speriamo che Villeneuve vinca la corsa con quella bicicletta…”. E così fu: Villeneuve vinse. Morosini va ricordato anche per aver dato vita alla pagina dei motori, con cadenza settimanale, del Corriere della Sera. Gli altri quotidiani italiani furono costretti ad andargli dietro. Aveva il grande pregio di saper guardare avanti, cogliendo l’evolversi dei tempi che stavamo vivendo. Con i colleghi più giovani, come il sottoscritto, sapeva essere paterno e benevolo oltre che prodigo di consigli. Una volta ricordo che gli chiesi come mai era stato mandato a Bergamo a fare un pezzo sui tifosi dell’Atalanta, che lui non era solito seguire. Una sorta di punizione? Mi rispose con un sorriso che lasciava intuire tante cose. Ciao Nestore, ci mancherai. Che la terra ti sia lieve…

G. M.

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