15 MAGGIO 1986, CI LASCIA ELIO DE ANGELIS

mutti-cartoonGabriele Mutti

Dopo Ratzenberger, Senna, Bettega, Toivonen, Cresto, Bandini, Villeneuve e de Portago è la volta di Elio de Angelis. Come dice il mio amico e collega Alessandro Della Mora “maggio è un mese maledetto per gli appassionati di corse”. Troppi piloti scomparsi in questo mese da ricordare, troppe croci in un cimitero con tante lapidi alla memoria di persone che hanno perso la vita facendo la cosa che amavano di più: correre in auto.

Il 14 maggio, giusto trent’anni fa, sono in corso alcuni test al Paul Ricard, il circuito francese di Le Castellet voluto dal “re” del Pastis e per alcuni anni teatro del GP di Francia di Formula 1. C’è anche la Brabham, reduce da un disastroso GP di Monaco svoltosi pochi giorni prima: entrambi i piloti, Riccardo Patrese ed Elio de Angelis, ritirati. Elio de Angelis si era faticosamente qualificato all’ultimo posto utile in griglia, il ventesimo. Dopo qualche manciata di giri era stato costretto al ritiro e lo stesso era accaduto per Patrese.

Il progettista della Brabham BT55 è il geniale Gordon Murray, che vuol vederci chiaro nelle cattive prestazioni della sua “sogliola”, una monoposto bassissima, con il pilota che guida quasi sdraiato. Per questo decide alcuni test al Paul Ricard, che è vicino a Montecarlo, per la settimana successiva. Viene convocato Patrese ma appena viene a saperlo de Angelis chiede ed ottiene dall’amico e team mate di sostituirlo, perché lui è da poco in Brabham e vuole familiarizzarsi di più con quella monoposto così rivoluzionaria.

Le prove iniziano il 13 maggio e va tutto bene. Il secondo giorno, il 14 maggio, il destino è in agguato. Mentre la Brabham è lanciatissima ad alta velocità, perde l’alettone posteriore, facendo perdere stabilità al retrotreno dell’auto, che dopo vari cappottamenti, finisce contro una barriera e prende fuoco. Vari piloti, tra cui Alan Jones e Nigel Mansell, si fermano a prestare soccorso. Alain Prost cerca di estrarre de Angelis dall’abitacolo senza riuscirvi.

Solo dopo vari minuti i commissari e alcuni meccanici giunti a piedi dai box e senza tuta ignifuga riescono a tirare fuori de Angelis dall’abitacolo. L’elicottero arriva solo dopo oltre mezz’ora dall’incidente. L’impatto non uccise il pilota, ma provocò gravi danni alla testa e il distacco della colonna vertebrale, oltre alla frattura della clavicola e alcune bruciature; De Angelis morì il giorno dopo all’ospedale di Marsiglia per aver respirato i fumi tossici provocati dall’incendio, essendo rimasto intrappolato nell’auto per ben sette minuti. Le spoglie del pilota riposano nel cimitero del Verano, a Roma, dove è sepolto anche un altro pilota romano morto in Francia durante un Gran Premio, Luigi Musso.

Elio de Angelis aveva vinto due Gran Premi di Formula 1 (Austria e San Marino) ed era molto stimato nell’ambiente anche per i suoi modi gentili.

https://it.wikipedia.org/wiki/Elio_De_Angelis

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