TOYOTA, PRODUZIONE SOSPESA IN CINA PER IL CORONAVIRUS

La Toyota manterrà sospesa la produzione in tutte le sue strutture cinesi fino al 17 febbraio a causa del Coronavirus, stando a quanto riferisce l’agenzia Reuters.
La Casa automobilistica nipponica gestisce 12 fabbriche di veicoli e componenti in Cina di proprietà di FAW Group e GAC Motor, partner della joint venture, e in una nota afferma che l’interruzione della produzione verrà estesa “dopo aver considerato vari fattori, tra cui le linee guida dei governi locali e regionali, la fornitura di parti e la logistica.”

“Per la settimana del 10 febbraio, ci prepareremo per il ritorno al normale funzionamento dal 17 febbraio e oltre”, ha continuato la Toyota. Parlando con la CNN, tuttavia, un portavoce della Toyota ha aggiunto che, a causa di circostanze sfuggite al suo controllo, “non possiamo dire in modo definitivo se riavvieremo le operazioni dell’impianto dal 17 febbraio”.

La Toyota aveva pensato di poter riprendere le operazioni il 10 febbraio di recente fino a giovedì della scorsa settimana. Ci sono stati più di 40.000 casi confermati di coronavirus con oltre 908 decessi nella sola Cina e questi numeri continuano a crescere.

NEI GUAI ANCHE HYUNDAI, KIA E ALTRE

La Toyota però, va ricordato, non è  l’unica Casa automobilistica ad essere stata colpita dalle conseguenze del coronavirus. Sia Hyundai che Kia hanno interrotto la produzione nelle loro fabbriche cinesi e hanno in programma di riavviare le operazioni il 17 febbraio, più di una settimana dopo la data del 9 febbraio inizialmente proposta.

LE CONSEGUENZE PER SUZUKI E FCA

Gli impatti si fanno sentire anche in tutto il mondo. Suzuki afferma che sta esaminando la possibilità di procurarsi alcune parti che in genere provengono dalla Cina anche da altre zone del mondo. Inoltre, come abbiamo già anticipato nei giorni scorsi du Contagiriblog, anche Fiat Chrysler Automobiles ha rivelato alla fine della scorsa settimana che potrebbe essere necessario chiudere un impianto europeo entro due o quattro settimane se i fornitori di ricambi cinesi non riusciranno presto a tornare al lavoro.

IL CASO DR

Un caso a parte è ovviamente costituito da DR, la Casa italiana ubicata a Macchia d’Isernia, che produce auto derivate da modelli prodotti in Cina. Anche se la Zero e la DR5 Evo stanno per uscire dai listini (sono disponibili a quanto pare in “run out”, vale a dire come scorte giacenti presso la rete di vendita, rimango sempre la DR3, la DR4 e la DR6 che derivano da modelli prodotti in Cina e che utilizzano componentistica proveniente da quel Paese. Staremo a vedere.

G. M.

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