LE AUTO DI INTERESSE STORICO BENE RIFUGIO?

La clausura forzata causa pandemia, ci permette di fare alcune riflessioni non solo sul piacere dell’auto storica, che in questo momento possiamo solo guardare o pulire nei nostri garage, od accendere per breve tempo, per sentirne in rombo, ma anche per fare alcune riflessioni in termini economici. Mi capita di leggere dei post di pseudo conoscitori dei valori delle auto di interesse storico che si azzardano a criticare la richiesta di prezzo di un utente che vuole vendere la sua storica. La risposta che ho letto e che ritengo sia appropriata è che se un oggetto ti sembra caro, passa oltre e cercane un altro che costi meno, se lo trovi…

Un altro atteggiamento, sempre di questi “appassionati”, chiromanti del mercato, è quello di pronosticare crolli dall’oggi al domani del prezzo delle vetture storiche, aggiungendo anche le abitazioni, con sconti del 50%. Tutto perché c’è la crisi… Io che sono un modestissimo storico dell’auto, appassionato da quando ho cominciato ad intendere e volere, e che la mia enciclopedia è stata Quattroruote, ma non quelli di oggi, ma quelli dal 1956 al 1981, quando poi sono entrato in Concessionaria, con un’alternanza studio/lavoro tra il 1970 ed il 1978 nelle Concessionarie, dove da apprendista, in particolare nel periodo estivo frequentavo questi ambienti; bene, devo dirvi che la crisi a vari livelli c’è sempre stata, ma il mondo dell’auto, fiscalmente ha le sue regole alle quali non si può disattendere.  Cosa intendo dire? Che semplicemente se un Concessionario ha in carico uno stock di usato che vale 1.000.000,00 di euro, e del quale spera di ricavarne 1.100.00,00 tale Concessionario non può venderlo a 500.000,00 euro.

Un’operazione del genere potrebbe solo farla un curatore fallimentare e quindi solo nel caso che l’azienda abbia riconsegnato i registri in tribunale.  Alla stessa maniera l’operatore regolare, ufficiale, quello per intenderci, che vi rilascia la fattura di acquisto anche per la vettura usata da 3.500,000 euro, anche questi, non potrà vendervi, nel caso proprio voglia disfarsi, una vettura  a meno di quanto l’ha pagata. Quindi quelli che non vogliono spendere certe cifre oggi e che pensano che ci sarà una riduzione dei prezzi, si illudono, perché così non potrà essere. Certamente per quanto riguarda le vetture moderne, potrebbe essere che se lo Stato e/o le Regioni decidessero di reintrodurre incentivi alla Rottamazione, detrazioni varie ecc., i futuri clienti per determinate situazioni potrebbero trarne vantaggio. Ma certamente chi pensa a sconti del 50% è un utopista  e non conosce il mercato economico gestionale dell’auto.

Apriamo invece una parentesi confronto, tra investimento finanziario ed investimento in una vettura di interesse storico. Possiamo farlo, ringraziando un fraterno amico, che è anche un collezionista e che, nel rispetto della sua privacy, mi ha elargito alcuni dati, a mio avviso molto interessanti o che almeno devono far riflettere. Primo confronto: il nostro amico ha comprato nel 2015 una Dino 246 GT come quella nella foto, pagata 200.000,00 euro. Nello stesso momento ha concordato con il suo promoter una gestione patrimoniale in fondi sempre di 200.000,00 euro.  Bene, la sua 246 GT ora ha un valore medio di mercato di 257.500,00 euro. La sua gestione patrimoniale attualmente è di  148.000,00 euro, quindi con una perdita sul capitale di 52.000,00 euro.  Ho voluto approfondire un tantino l’interno di questi investimenti economici ed ho subito realizzato che sebbene alcuni fondi abbiamo erogato interessi che potevano essere interessanti, nello stesso momento i capitali sono scesi e se fino ai primi di febbraio in alcuni casi la sommatoria tra il capitale rimanente e gli interessi maturati portavano ad avere un importo vicino al capitale investito, (quindi come si avesse prestato i soldi a tasso zero alle Banche) dopo il 24 febbraio tutti i tipi di investimento hanno perso clamorosamente.

Ecco alcuni esempi: fondo monetario (dicono legato allo spread), in data 24/02/20 valore 8.587,41. Valore ad oggi 03/04/2020 € 7.449,14. Vediamo un fondo pensione, il famoso terzo pilastro che doveva essere una fonte di risparmio ed investimento per gli italiani: Valore al 24/02/2020 € 22.574,00, oggi 04/03/2020 € 18.821,63. Ma ancora un altro pacchetto di fondi che erano già in perdita al 24/02/2020 dove rispetto ad un capitale iniziale di 50.000,00 euro davano un valore di 45.837,83, oggi valgono 37.365,63. La cosa che stride maggiormente è invece che un conto corrente usato, come deposito, senza interessi, del valore iniziale di € 50.000,00, oggi valga 49.975,63 in quanto sono state pagate delle spese di tenuta conto. Ora dato che in Italia non si può più usare il contante e prossimamente ancora meno, credo, che da profano, oggi preferirei la soluzione della Dino 246 + il conto deposito a risparmio, piuttosto che miriade di fondi, fondini che ti mangiano solo i tuoi soldi a vantaggio solo delle Banche.  In merito alle storiche quindi, tendenzialmente si confermerà, nel futuro, la possibilità per alcune vetture di confermare di essere un’alternativa come bene rifugio. Alcuni segnali ci sono già e ritengo che se ne avrà conferma nel futuro.

Vi invito solo a visionare le quotazioni degli esperti della Rivista Ruoteclassiche di Marzo 2020, dove alcune vetture sono aumentate di quotazione e parlo di vetture sotto i 30.000,00 euro, non vetture milionarie.  Ma parlando di vetture milionarie vi cito un caso anche qui reale, dove sempre per privacy non parlerò degli attori nè del tipo di vettura, ma la storia è la seguente: un grosso collezionista americano aveva deciso di vendere una delle sue vetture importanti del valore di parecchi milioni di euro. Si erano attivati quindi dei contatti, riservati, per la vendita di questa vettura. Viene febbraio 2020 ed arriva il Corona Virus e le borse crollano mangiandosi molti miliardi.  Ecco, qualcuno potrebbe pensare che per questa perdita di soldi le auto importanti calino di prezzo.  Errato, è arrivata la comunicazione che questo collezionista, ritirava dalla vendita la sua vettura, perché ha dichiarato, “che questa vettura avrà sempre un suo valore, ma che oggi non saprebbe dove investire i soldi e che quindi attende, per la vendita, che il mercato azionario si riprenda”.

Questo è un messaggio importante e che chiarisce un concetto fondamentale dell’auto di interesse storico. L’auto di interesse storico è una vettura che si va ad aggiungere alla vettura di uso quotidiano, diciamo, moderna.  Non importa quale valore abbia questa vettura, però il vero appassionato, sarà colui che piuttosto mangerà pane ed acqua, ma la storica sarà l’ultima cosa che vende, anche in caso di necessità. Aggiungo, anche, sempre nella mia modestissima esperienza quarantennale, che anche fra coloro che hanno ereditato vetture di interesse storico, non vi è nessuno che le abbia svendute, proprio perché fanno parte di un sentimento di oggetti che hanno sempre un valore, che non si svaluta. Ovviamente tutto il ragionamento sulle auto storiche fila per veicoli che siano in condizioni da raduno, corretti, ben funzionanti.  Questo si, ossia, le condizioni di un veicolo storico sono quello che sempre più sarà la frontiera tra il sacro ed il profano nel valore di un oggetto storico: la qualità! Meglio sempre spendere qualcosa in più per un oggetto in insindacabili ottime condizioni, che spendere meno per un veicolo paciugato o raffazzonato.

Naturalmente per acquistare serviranno sempre i soldi e credo che coloro che si  aspettano riduzioni del 50%, dovranno sempre rinunciare a determinate vetture storiche. Mia nonna, grande commerciante della Brianza diceva sempre in dialetto Milanese : La roba bela la costa i so danè!  Credo che anche dopo questo Corona Virus le cose non cambieranno, anzi forse la gioia per lo scampato pericolo, potrebbe dare origine, con un supporto anche dello Stato, a livello di riduzione delle tasse, eliminazioni di balzelli, quale il superbollo, tregua fiscale per chi acquista veicoli oltre 2000 cc, ad un nuovo boom economico, non solo nel settore auto, ed una nuova rinascita, dove dopo lo scampato pericolo, si possa vivere tutti meglio, senza invidia, ognuno in base alle proprie possibilità e sperando che tutti si possa stare meglio, e migliorando la situazione globale di tutti, perché se il Concessionario di inizio articolo chiude, significherebbe che n persone, pari ad n famiglie sarebbero sulla strada, e per cosa, per farti comprare a te, una vettura al 50%?  Anche no!.  Per la cronaca, il mio amico il 246 potrebbe anche venderlo. Chiede però 350.000,00 euro, altrimenti preferisce tenerla. Se vi sembra cara, cercatene un’altra, e, mi raccomando, non c’è bisogno che lasciate commenti. Come dicevo prima, possiamo vivere lo stesso anche senza sentirli! 

Carlo Carugati        

     

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