Una notizia particolarmente importante per chi possiede un’auto con più di sette anni di vita viene dalla Commissione Tributaria Regionale di Milano, che ha dettato i criteri per il calcolo del valore del mezzo. In sostanza la verifica del tenore di vita del contribuente non si fa con le auto vecchie.
In sostanza, se la vostra auto è particolarmente vecchia molto probabilmente non verrà considerata dal fisco tra i beni che potrebbero far scattare il cosiddetto redditometro. Questo perché la legge prevede, per le autovetture, una riduzione percentuale a decorrere dal terzo anno successivo a quello di prima immatricolazione, sino ad un massimo del 40 per cento. Risultato: dopo sette anni, tali beni non sono più significativi per evidenziare il tenore di vita e la capacità di spesa del contribuente. Dunque, il mezzo vecchio non rileva ai fini dei coefficienti del redditometro e del conseguenteaccertamento fiscale.
Lo ha chiarito la Commissione Tributaria Regionale di Milano in una sentenza della fine dello scorso anno. La disponibilità di un’automobile con più di sette anni di vita – si legge in sentenza – non è elemento sufficiente a sorreggere un accertamento sintetico e la conseguente pretesa fiscale.
Anche se l’auto è di valore, non si può associare un reddito presunto elevato al possesso di un’autovettura, per esempio, del 2005, come la BMW X5 del 2005 che si può vedere nella foto accanto al titolo.
Peraltro anche dopo il settimo anno la vetustà e l’obsolescenza dei veicoli non si interrompe; per cui la Commissione aggiunge che “la previsione del superamento del limite massimo sta a significare che, successivamente, tali beni non sono più significativi per evidenziare il tenore di vita e la capacità di spesa nella misura prevista dai coefficienti redditometrici”.
Si possono facilmente immaginare le coseguenze di questa sentenza, che costituisce un importante precedente al riguardo, per chi possiede un’auto storica: un piccolo beneficio per chi possiede, ad esempio, un’auto ventennale e si trova “tra color che son sospesi” nell’interminabile braccio di ferro tra Stato e Regioni in seguito all’approvazione da parte del Parlamento della Legge di stabilità.
(Si ringrazia per la collaborazione www.laleggepertutti.it)
