40 ANNI FA FU OMOLOGATA LA PEUGEOT 205 TURBO 16

Il 29 marzo 1984 fu omologata la Peugeot 205 Turbo 16. Era stata prodotta nei 200 esemplari richiesti per poter prendere parte ai rally mondiali nel Gruppo B: ne sarebbe stata protagonista fino alla loro abolizione per i tragici eventi che caratterizzarono la stagione 1986. Poi con le opportune modifiche del caso, lo sarebbe stata anche nei rally raid. Ma questa è un’altra storia.
Jean Boillot, creatore del programma 205, per valorizzare ulteriormente questo modello e galvanizzato dalla vittoria nel mondiale rally della Talbot Sunbeam Lotus nel 1981, decise di affrontare un programma di competizioni ai massimi livelli.
Direttore di Peugeot Talbot Sport fu nominato Jean Todt, copilota di valore assoluto, mentre per la messa a punto di un nuovo modello fu scelto Jean-Pierre Nicolas, che con Todt aveva corso e vinto vari rally.
C’era poco da scherzare: bisognava fare i conti con le Lancia Rally 037 a due ruote motrici ma fortissime e con le Audi Quattro a trazione integrale. Riprendendo un progetto di una 305 Rally mai portato a termine, si optò per un modello ad hoc a motore centrale. Per seguire le regole del Gruppo B, in Peugeot optano per un 1700 a 16 valvole con turbocompressore, che nella fase iniziale sviluppa 320 cavalli. La ripartizione della trazione integrale può essere modulata opportunamente tra il 25 e il 45% davanti e il 55 e il 75% dietro. La carrozzeria è monoscocca, con due longheroni per sostenere la meccanica. La carrozzeria riprende lo stile della 205 e il nome è quasi lo stesso: 205 Turbo 16. Assemblati a Pois, molti dei 200 esemplari prodotti, quasi tutti in colore grigio scuro canna di fucile, saranno nelle concessionarie francesi lo stesso giorno del lancio della 205 GTI: un bel colpo pubblicitario.
Arrivata l’omologazione, Todt (che ha a disposizione una trentina di scocche) decide di approfittare delle ultime gare del mondiale rally ’84 per valutare le chances della nuova data. Vatanen fa fortissimo sia in Corsica che all’Acropoli ma è costretto al ritiro. Vince al Mille Laghi in Finlandia, al Sanremo e al RAC in Inghilterra. Nel 1985 vincerà sette rally mondiali su undici e alla fine sarà campione del mondo rally. Farà il bis nella tragica stagione 1986 con un altro mondiale e con le Gruppo B bandite dal campionato iridato per motivi di sicurezza nel 1987 prenderà parte ai rally raid, allungata nel passo e sempre grande protagonista.
Peugeot Talbot Italia nel 1985 non si lascia scappare l’opportunità di rafforzare l’immagine sportiva di Peugeot in Italia grazie alla nuova 205 T16 presentando la sua squadra. Grazie alle scelte di Sergio Mia (Direttore Generale) e Umberto Chiarappa (Direttore Marketing) viene costituito un Team composto come scuderia da Osella Rally di Enzo Osella e Mario Cavagnero. Pilota Gianni Del Zoppo e copilota Betty Tognana. Direttori sportivi Rudy Dal Pozzo e Claudio Berro.
La prima presenza italiana è al Rally Mille Miglia, una gara su asfalto con l’obiettivo di battere le 037. Al traguardo la Turbo 16 sarà seconda, aggiudicandosi anche la sua prima prova speciale, a Vestone. In Costa Smeralda il terreno è diverso, non più asfalto, ma terra. Subito Del Zoppo si aggiudica le prime due prove speciali, ma una foratura rallenta la corsa e alla fine della prima tappa la troviamo seconda. Poi, per colpa di un ulteriore foratura e della guarnizione della testa la T16 non potrà salire sul podio alla fine della gara. Anche all’Elba, per colpa della pompa dell’acqua i risultati non arrivano. Ci penserà il Rally Città di Sassari, con i suoi magnifici sterrati, a consegnare alla Turbo 16 italiana la prima affermazione assoluta. La Targa Florio, l’impegno successivo, vede ancora Gianni Del Zoppo e Betty Tognana vincere tutte e 8 le prove speciali della prima tappa e ripartire con 2 minuti e mezzo di vantaggio. Purtroppo l’uscita di strada alla ventesima prova speciale li metterà fuori combattimento. A Biella, dopo aver dominato tutta la prima tappa su asfalto e arrivare sullo sterrato per la seconda tappa, alla Turbo 16 emergono problemi alla pompa dell’olio che la costringono al ritiro, come la rottura della sospensione durante il Rally di Piancavallo. Il 1985 termina così, con la dimostrazione delle potenzialità della Turbo 16, ma con un fato completamente avverso. Il 1986 riparte con le Turbo 16 italiane affidate al Team guidato da Claudio Berro e Mario Cavagnero. Al volante Andrea Zanussi e Popi Amati prende posto sul sedile passeggero. Una seconda 205 T16, allestita partendo da un modello stradale, con livrea gialla, verrà affidata all’equipaggio femminile di Fabrizia Pons e poi Anna Cambiaghi con Mariagrazia Vittadello. La competizione è subito agguerrita e i risultati non mancano con il podio del Rally della Lanterna e a Limone Piemonte. Durante la gara successiva, la Targa Florio, Jean Todt e Jean-Pierre Nicolas decidono di aumentare la pressione in Italia concedendo a Zanussi-Amati la 205 T16 Evo 2, riconoscibile dall’evidente alettone posteriore. Anche sotto è diversa: la potenza passa dai 350 a 430 CV a 7500 giri e un risparmio di 80 kg fa registrare alla bilancia un incredibile ”910 kg”. Ci vuole poco per assicurarsi così anche i primi posti al Rally della Lana, al Piancavallo e al Rally di Messina. Molto inchiostro (e non solo) è stato versato sulle vicende che videro le potenzialità della 205 T16 non gratificate dal podio finale, però i Campionati del Mondo Rally del 1985 e 1986 mettono fine a ogni polemica. Dal 1987, con l’impossibilità alle vetture Gruppo B di partecipare al Campionato Italiano Rally, le 205 T16 lasceranno i terreni sportivi italiani per le piste africane dove diranno ancora la loro! Oggi è ricercatissima e chi ne possiede una, anche nella meno potente (si fa per dire…) versione stradale se la tiene ben stretta…
G. M.

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