Analisi di Alessandro Rimprocci
La sapiente matita di Paul Bracq disegnò le forme del coupé BMW proprio nel periodo in cui Steven Spielberg, terrorizzando i bagnanti (e gli spettatori al cinema) di tutto il mondo, propose il suo famoso film “Lo squalo” al pubblico. Non sappiamo quanto questo designer volesse ispirarsi a quella creatura affascinante e minacciosa, ma in ogni caso riuscì, rispettando il family feeling BMW a creare nelle linee della nuova nata. la Serie 6, un indiscutibile legame estetico con essa.
Il frontale tagliato a prua di nave, con i quattro fari incassati ha preso all’estero l’appellativo di shark nose. In Italia, chi non riesce ad identificarla col nome corretto, la chiama squalo, “rubando” il nick name alla Citroen DS, capolavoro del maestro Flaminio Bertoni.
Dal 1976, anno della messa in produzione della Serie 6 (E24) si sono avvicendati svariati modelli con cilindrate comprese fra 2800 e 3500 cc, ma solo alla fine del 1983 venne proposta al pubblico, sostanzialmente invariata nell’aspetto, la versione “Motorsport”, con testata a 24 valvole e numerose modifiche ad assetto, freni, ruote e sospensioni.
Si tratta della prima BMW di grande serie (5700 esemplari prodotti tra versioni Usa ed europee) dotata di un motore sviluppato per le competizioni (quello della celebre M1 stradale) e reso ancor più potente ma al tempo stesso più fruibile per un uso “civile”, grazie all’allora up-to-date iniezione integrata Bosch Motronic. L’understatement, tanto caro a mamma BMW, è con questo modello perfettamente rappresentato, e ancor oggi questa vettura riesce a sbalordire per le maniere dolcemente brutali del suo propulsore, nascoste in un elegante abito da sera.
L’esemplare che ci è stato messo a disposizione appartiene ad un eterno ragazzo di 41 anni di Milano che già da bambino si immaginava alla guida di questa vettura.Acquistata in Fancia nel 2009, è in eccellenti condizioni. Sono stati sostituiti precauzionalmente i tubi dei freni, della benzina e anche le sospensioni e le gomme. L’auto ha percorso 55.000 km senza mai restare a lungo tempo ferma; ha ricevuto puntuale manutenzione e si presenta come immacolata. L’uso che il proprietario le riserva è mirato esclusivamente alla conservazione estetica e meccanica : “Percorro circa 50 km consecutivi ogni due mesi – spiega – possibilmente in autostrada, per permetterle di raggiungere completamente la temperatura d’esercizio e di non incrostare le valvole; la mantengo ovviamente coperta, pulita, lubrificata e ovviamente al chiuso, insomma una vitaccia per me! Ma ogni volta che l’accendo per usarla mi inebrio e fremo per l’emozione. Anche se fossi miliardario sarebbe comunque la mia auto preferita”.
la guida è sincera, lo sterzo preciso e giustamente demoltiplcato e ad una piacevole compattezza della vettura fa riscontro un rollìo che in una sportiva si immaginerebbe minore, ma che lascia ampiamente percepire la minima perdita di aderenza: dopo un appena accennato sottosterzo, giusto in tempo per raggiungere il massimo appoggio, si controlla con disinvoltura il successivo sovrasterzo grazie anche alla costante spinta del motore che ha nella progressività di azione il suo più eseltante pregio. Disponibile a regimi prossimi a quello del minimo anche in rapporti lunghi, si dimostra dolce e cremoso fino a 2500 3000, poi perde il suo aplomb e a cavallo de4500 giri si produce in una progressione tipicamente aereonautica, che aumenta costantemente la sua forza fino alla zona rossa del contagiri, posta intorno ai 7000 giri con il sottofondo metallico e prepotente della meccanica.
Acquistare un esemplare di M 635 oggi prevede un budget con una forbice molto ampia: se l’esemplare presenta tracce di ruggine (i punti critici sono la congiunzione all’interno dei passaruota tra i parafanghi e la struttura del muso, i sottoporta e nella coda sotto i fari od intorno ad essi) è vivamente consigliato un esame approfondito smontando componenti della scocca prima dell’acquisto) pena tanti soldini da spendere poi. Per lo stesso motivo è bene che dopo percorrenze superiori ai 120-1400.00 km si sia provveduto alla sostituzione della catena di distribuzione (una simplex a maglie). La spesa necessaria arriva ai tremila euro, ma il danno potenzialmente derivante se si rinvia l’operazione è assai maggiore.
Il nuovo corso BMW M power è oggi basato sull’utilizzo di motori turbocompressi e si discosta ormai totalmente dal principio che mosse la Casa bavarese a realizzare i primi modelli Motorsport; questi ultimi peraltro sono assemblati completamente a mano e sono quindi degli irripetibili gioielli di tecnologia costruttiva.