AR 59 LIKE JEEP: LA FIAT CAMPAGNOLA DEL NONNO

Cristiano Sorodi Cristiano Soro

Oggi sono particolarmente ispirato, dalla mia terrazza godo di un panorama notevole, a ovest il faro che con i suoi fasci di luce in sequenza mi ricorda che siamo in una terra di confine, a nord la Corsica con le Bocche di Bonifacio… riesco a scorgere le luci della cittadella arroccata sulla costa… devo decidermi prima o poi  insieme ai più baldi dei miei ad occuparla una volta per tutte quell’isola… ho anche già scelto un nuovo nome… la chiamerò… le coeur perdu.. Mantenendo un mome francese.

Il cuore perduto… come un gioiello perduto in mezzo al mare.

Quindi dal gran consulto tra me,  il gatto sdraiato di fianco e un gabbiano che minaccia di lanciarsi sul mare… abbiamo scelto il tema di oggi.

Oggi parleremo della Fiat Campagnola… sì, avete capito bene… chi non è d’accordo è invitato a scoprire i segreti di tutto uncinetto o di giocare a tombola con amici e parenti.

Va bene ragazzi: per una volta, lo so, non parliamo di Rolls-Royce, ma il menù di oggi è questo… è quello che passa il convento e poi a scrivere delle cose note e belle son bravi tutti.

Ma torniamo a noi…. Era gialla, andava a nafta (la stessa che mio nonno metteva nel suo peschereccio) anzi a dirla tutta secondo me mio nonno quella nafta l’allungava con l’acqua di mare.

Ebbene sì, mio nonno era un pescatore, di quelli veri: e prima ancora guardiano del faro di Capo Testa, e fu lì che ebbe in uso la Campagnola gialla dalla marina militare. Quanti ricordi e quanti salti su quelle panche di legno andando su strade inesistenti per raggiungere il peschereccio a Funtanaccia per calare e salpare le reti.

Quel trabiccolo rumoroso per me era la libertà  su quattro ruote con un vestito giallo e anche un po’ di ruggine sparsa… andava ovunque, era inarrestabile come la fantasia di un bambino. Tra l’altro il dottor Mutti mi ha confidato che anche lui da bambino era passeggero su una Campagnola diesel grigioverde ex militare, telonata: lo portavano da Madonna di Campiglio a sciare a Campo Carlo Magno. E sapete chi era il suo istruttore di sci, che gli insegnò così bene che non ha mai dimenticato come si fa? Un certo Zeno Colò, il campione olimpionico: severissimo ma bravo. Ma questa è un’altra storia, che forse un giorno se vorrà vi racconterà lui in prima persona.

Torniamo a noi. Nome in codice AR 59…e sentite la poesia degli ingegneri chiamati al suo progetto. AR stava per automobile da ricognizione… minimo di questi tempi si sarebbe chiamata RV: ricognition Vehicle… solite inglesate.

Fu presentata nel 1951 con il solo motore a benzina, più avanti anche Diesel. Fu progettata per forniture di esercito, marina,  carabinieri e polizia… ai tempi mamma Fiat era l unico fornitore di veicoli dello stato italiano, ma si pensò anche ad un utilizzo civile… gli americani insegnarono con la loro CJ (Civilian Jeep) e le varie Renegade e Golden Eagle: per intenderci di stretta derivazione da vetture belliche.

Aveva una meccanica classica, di conseguenza robusta e affidabile con una vera trazione integrale inseribile… duemila centimetri cubici sia benzina che diesel, un motore derivato dall’altro per economie costruttive, anche con soluzioni “furbe”: impianto elettrico immergibile per condizioni estreme, avantreno a ruote indipendenti e posteriore a ponte rigido… serviva a non perdere assetto in condizioni di carichi al limite,  vi avrei fatto vedere quando tornava carica di reti… altro che assetto, altro che limite… in condizioni estreme e di sovraccarico scendeva in campo il fattore Sas: scendere a spingere.

Eppure la Campagnola era stoica.. con quei due bei fari tondi a volte protetti da griglie metalliche  e con quel bel muso a feritoie orizzontali, faceva il verso alle Jeep che al contrario le avevano verticali, quelle due bellissime mezze porte controvento che andavano in aderenza ai passaruota posteriori…

Le prestazioni? Uguali al servosterzo e i vetri elettrici, non c’erano. Andava seriamente piano ma non si fermava. Mai.

Bella e con fascino la nostra vecchia Campagnola.

Come ho detto, non si fermava mai… ed è a pieno titolo tra i fuoristrada leggendari della storia automobilistica italiana. Se andrete in cerca di una non sarà diffici le imbattevi in begli esemplari più o meno conservati. Anche i costi sono più che abbordabili… magari non sarà gialla come quella di mio nonno, ma va bene anche verde militare.

Potrete sempre ridipingerla… e non sottovalutate la possibilità di entrarne in possesso: non è dominio esclusivo di americani e inglesi il mondo dei fuoristrada!

Garantisco io.

Ad essere sincero ero tentato di scrivere un pezzo  sui mezzi di mio nonno…ma non ero certo se farlo sulla Campagnola o sul suo peschereccio… Non me ne vogliate ma io avrei preferito il peschereccio… avrei solo dovuto convincere Gabriele Mutti che il mare non è nient altro che una grande autostrada senza corsie…

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