LA STORIA DI ANDREA E DELLA SUA MASERATI

Sono Andrea, 40 anni, impiegato, di Cagliari. Sono da sempre un appassionato di auto storiche. Per un anno e mezzo ho vissuto letteralmente tra gli annunci di vendita per coronare il sogno di avere una Maserati. Ho trovato “lei”, una 4.24v del 1991 dopo tanto tempo, ho fatto un viaggio della speranza per andare a vederla, e poi portarla da Frosinone alla Sardegna. Nonostante qualche acciacco me ne sono innamorato subito, l’ho portata a casa, poi dal meccanico per un bel tagliando, le ho dato una bella lucidata e poi me la sono goduta, e me la godo ancora, in tutto il suo splendore. Ci ho fatto 3000 km in tre anni, e ho usufruito delle giuste agevolazioni delle quali questo tipo di auto giustamente godeva…. Sino a quest’anno, quando la spada di Damocle della reintroduzione del bollo sulle auto under 30 si è abbattuta sulla mia Maserati, e su tante tante altre auto sognate, agognate, comprate con tanti sacrifici e tenute come reliquie da appassionati come me. Perché mi piace quest’auto?

Per la linea, grintosa ed elegante al tempo stesso, per quell’autentica opera d’arte con le testate verniciate di rosso che fa bella mostra di sé all’interno del cofano motore, gli interni pregiati (l’unica cosa che non mi piace è il volante), la dotazione di accessori, la strumentazione completissima e le sue doti su strada.

Difetti? La frizione un po’ dura e i comandi del clima con indicazioni quasi illeggibili (del volante ho già detto, se potessi lo farei a pezzi e lo brucerei nella stufa). Ma sono inezie di fronte a una macchina così “appassionante” nel vero senso della parola. Con i vetri (e il tetto) aperti, quando si va forte si ode una sinfonia da vera purosangue. Sinfonia che introduce alla descrizione dello spettacolare motore.
Un 6 cilindri biturbo con 24 valvole, 4 alberi a camme in testa, con una corsa corta spettacolare.
Questo prodigio dell’ingegneria è un vero mostro di potenza (245 cavalli) e di utilizzabilità. Non è mai vuoto, in basso spinge già in modo convincente, con il salire della lancetta del contagiri la spinta si fa sempre più importante, e già basterebbe cambiare a 3000 giri per lasciarsi dietro la quasi totalità delle auto circolanti. Oltrepassata questa soglia le turbine soffiano in modo prepotente, proiettando la macchina a velocità folli, e “sbattendo” a limitatore (a 6.750 giri/min.) con una facilità disarmante, il tutto “condito” da un rumore di auto da corsa dei bei tempi andati, accompagnato dal sibilo delle turbine che, impazzite, scaricano aria a tutto andare… E’ una sensazione incredibile, ho guidato tanti due litri turbo, anche di marchi molto blasonati, ma una poesia così non l’ho mai potuta apprezzare.

Un’auto appassionante, che va trattata con rispetto, sia sotto l’aspetto della cura, sia sotto l’aspetto della guida. Io me ne sono letteralmente innamorato e non me ne separerò mai. Alla faccia di Renzi.

Add a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.