JULES BIANCHI NON CE L’HA FATTA

mutti-cartoondi Gabriele Mutti

Jules Bianchi non ce l’ha fatta: è l’ultima croce nel cimitero della Formula 1. “Jules ha combattuto fino alla fine, come ha sempre fatto, ma ieri la sua battaglia è conclusa”, ha scritto la famiglia del pilota di F1 in un comunicato. Jules Bianchi, che era in coma dopo il suo incidente in Giappone nel Gran Premio di F1 in ottobre, è morto venerdì all’età di 25 anni  presso il Centre Hospitalier Universitaire (CHU) di Nizza. Hanno detto questa mattina i suoi parenti: “Ci sentiamo alle prese con un grande dolore, qualcosa di indescrivibile.”

Il pilota è di origini italiane, con antenati che risiedevano a  Milano. È, inoltre, il nipote del pilota Lucien Bianchi, morto durante delle prove della 24 Ore di Le Mans nel 1969.
La famiglia del piccolo prodigio della F1 ha anche ringraziato “il personale medico del Nizza University Hospital, che lo ha trattato con amore e dedizione” e il “personale Medical Center Generale Mie in Giappone, che si prese cura di Jules subito dopo il suo incidente. Vogliamo anche ringraziare i colleghi di Jules, i suoi amici, i suoi sostenitori e tutti coloro che hanno mostrato il loro affetto per lui in questo periodo. Ci hanno dato la forza di resistere in questi tempi terribili “, ha detto la famiglia.
Fernando Alonso, Kimi Raikkonen, Marco Mattiacci e altri membri del Ferrari team hanno reso omaggio a Jules Bianchi: da Maranello hanno detto che “guidare era la sua vita”. Oltre a correre per la Marussia era un pilota tester per la Ferrari e con ogni probabilità in futuro avrebbe potuto correre in F1 anche per le rosse: ma un triste e tragico destino hanno deciso diversamente.
I parenti di Jules Bianchi temevano questa tragica evoluzione del loro caro da alcuni giorni. A France Info, il 13 luglio il padre, Philippe Bianchi, si era detto “meno ottimista” sulle condizioni di suo figlio, notando che non aveva fatto “progressi significativi”.
“Uno dovrebbe avere, ad un certo punto, i piedi per terra e realizzare la gravità della situazione”, ha aggiunto, sottolineando che un esito fatale già era forse il male minore per suo figlio, Per quanto la sua passione per le auto e la guida fosse grande, “Ci disse un giorno che se avesse avuto un giorno un incidente tipo quello di Michael Schumacher (ancora in coma a seguito di un incidente di sci) e non fosse stato più in grado di guidare avrebbe avuto difficoltà a vivere. Perché guidare era la sua vita.”
Jules Bianchi non è mai uscito dal coma in cui era immerso dopo il suo drammatico incidente alla guida della sua Marussia a Suzuka (Giappone) il 5 ottobre 2014. Era entrato alla Marussia come pilota titolare nel 2013, correndo 34 Gran Premi.
Nel 2014, Jules Bianchi in Monaco aveva conseguito i suoi primi due punti in F1, grazie ad un nono posto ottenuto partendo dal fondo della griglia e nonostante due penalità di cinque secondi su un circuito in cui è molto difficile superare. Attraverso i suoi due punti e i ricavi commerciali collegati ad esso il team Marussia fu salvato dal fallimento questo inverno e potè schierarsi nel mondiale anche in questa stagione.

Ai famigliari di Jules Bianchi le condoglianze di tutto lo staff di Contagiriblog.

www.julesbianchi.com/

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