ASTE MONTEREY: LA CRISI INCOMBE…

Con questo articolo diamo il benvenuto tra i collaboratori di Contagiriblog a Cliff Goodall, uno dei massimi esperti di auto storiche a livello mondiale.

by Cliff Goodall

E anche quest’anno è finito il tour-de-force delle aste più importanti dell’anno, quelle della Monterey Peninsula week (5 aste, 750 auto e oltre 300 milioni di dollari).

Com’è andata? Beh, questo è il problema. Chiamatemi apocalittico ma secondo me non siamo sull’orlo di una crisi, ci siamo già dentro. Qualcuno di voi, giustamente, si fermerà qui e dirà “Cliff è impazzito”, e potreste anche avere ragione ma aspettate che vi dia i dati e poi giudicatemi.

Premetto che prenderò in considerazione i dati non-ufficiali (ossia quelli che hanno battuto al martello, non le trattative post-asta, anche se sono poi spostamenti marginali) delle tre aste principali: Gooding, RM/Sotheby’s e Bonhams, che l’anno scorso hanno fatto in totale oltre il 90% del venduto, quindi le due aste “minori”, quella di Mecum e di Russo&Steele non le prenderò in considerazione poiché non ho i dati e comunque anche per il 2014 ho preso la stessa base.

Quest’anno le vendite totali di queste tre aste sono state 325.060.100 $, un cifra leggermente inferiore rispetto ai 356.832.400 $ del 2014 (-8,90%), che già di per sé non sarebbe un sensazionale risultato ma se lo paragoniamo al +33% “e spiccioli” dell’aumento del 2014 rispetto al 2013 capite che la corsa si è almeno bloccata, se non stiamo già andando indietro.

Ma non è l’unico dato negativo. Un altro dato importante è la percentuale del venduto, che nel 2014 era del 89,59% mentre quest’anno è scesa all’84,58%, una cifra di tutto rispetto, ma negli ultimi 10 anni solo due volte (nel 2008 e nel 2009) fu più bassa e, se guardate bene, in quegli anni il prezzo delle auto scese.

Non contenti? Guardiamo le auto vendute sopra il milione di dollari, una colonna portante delle aste di Pebble Beach. Nel 2014 ne vennero aggiudicate 84 durante queste tre aste, quest’anno il risultato si è fermato a 72 (-14,29%). La cosa sarebbe di per sé già tragica, ma il gap si amplifica se consideriamo che il numero di vetture aggiudicate in totale è passato da 327 a 329. Quindi se prima un’auto su quattro (il 25,69%) veniva venduta sopra la “fatidica soglia” adesso questa cifra è scesa a quasi 1 su 5 (21,88%).

Se ancora non vi bastano questi numeri possiamo passare ad un indicatore più specifico. Nel 2014 il numero di auto aggiudicate sotto la stima minima era pressoché identico a quelli aggiudicati sopra quella massima (97 le prime, 96 le seconde). Quest’anno il discorso cambia notevolmente: le auto vendute sotto le stime sono state 132, quasi il doppio delle 76 vendute sopra le stime. Altro dato interessante (ma poco importante, dato i numeri in ballo), le auto aggiudicate ad almeno il doppio della stima minima, un valore che è passato da 14 auto del 2014 a 4 di quest’anno.

Tra i dati positivi,trovo solo il numero di auto aggiudicate sopra i 10 milioni di dollari, passate da 5 a 7 vetture.

Ci sono due “ma…” a questo ragionamento, che potete scegliere voi quanto peso dare loro. Il primo è che il dollaro rispetto all’euro è salito e quindi il -8,90% di vendite totali si trasforma in un +8.71% in euro (come mia personalissima considerazione ritengo che i risultati andrebbero valutati a cambi costanti però il discorso che ci siano meno acquirenti europei e probabilmente ci siano più acquirenti americani alle aste europee non può passare inosservato). Un secondo fattore di dubbio può venire dall’idea che nel 2014 venne aggiudicata la collezione Violati e fece oltre 65,4 milioni di dollari; ma non bisogna farsi ingannare perché quest’anno la Pinnacle Portfolio, una collezione privata offerta da RM in un terzo giorno aggiuntivo, ne ha generati oltre 67,6.

Questo, sia chiaro, non vuol dire che non ci siano stati risultati eccezionali, record di ogni genere, anzi. Il discorso è che sono mancati i “prezzi pazzi” che avevano determinato le precedenti edizioni.

L’unica esclusione a questa affermazione è per la Fiat Eden Roc, appartenuta alla stessa famiglia, uno dei due esemplari (l’altro era di proprietà di Gianni Agnelli), è partito da $ 200.000 ed è stato venduto per $ 660.000, dopo una serie interminabile di rilanci.

Una Ferrari 250LM del 1964 (tra l’altro l’auto più costosa di tutto il weekend) è stata venduta per $ 17,6 milioni, decisamente più alto del precedente record che era $ 14.300.000, mentre non ha stabilito il record una Ferrari 250 California SWB del 1961 che è passata sotto il martelletto per $ 16.830.000.La Ferrari 410 SuperAmerica carrozzata da Pininfarina nel 1057 che fu della principessa Soraya ha stabilito un nuovo record a $ 5.087.500.

Un altro cavallino interessante è stato la Ferrari 250 GT SWB “passo corto” carrozzata da Bertone in esemplare unico, aggiudicata oltre le stime ($ 14-16.000.000) e venduta per $ 16.500.000. Le Ferrari 250GT SWB però non sono state molto fortunate: seppure quella sia stata aggiudicata per una cifra iperbolica, una versione in alluminio da competizione è rimasta al palo mentre l’esemplare che arrivò terzo al Tour de France del 1959 e certificata Ferrari Classiche è stata venduta per “appena” $ 8.525.000, un vero affare a mio parere.

Super-record per una Ferrari 250 GTE Serie 1 del 1961 che è stata venduta per $ 797.500, quasi il doppio del precedente prezzo massimo. Sono finiti i tempi che queste auto venivano usate come basi per le repliche.

Poi la Jaguar C-TypeLightweight datata 1952 ex-ufficiale, che ha partecipato a Le Mans in quell’anno posizionandosi quarta assoluta, è stata aggiudicata per $ 13.200.000, record per qualsiasi auto inglese.

Stabilito anche il record per una Porsche, la 956 che vinse la 24 ore più famosa al mondo nel 1983, venduta per 10.120.000 $, seguita a ruota da un altro record, una Porsche 959 Komfort, un esemplare del 1988 ch è stato aggiudicato per $ 1.732.500, mentre altri due sono andati aggiudicati per $ 1.457.500 e $ 1.210.000.

Due auto rare, anzi uniche, hanno fatto successo in sala, uno dei due esemplari di McLaren F1 con specifiche LM del 1998 è andata per $ 13.750.000 mentre la Ferrari Enzo che fu regalata a Papa Giovanni Paolo II, un vero “biglietto per il paradiso”, oltre ad essere l’ultimo esemplare prodotto, con solo 178 km da nuova, è andato via per $ 6.050.000.

Sempre parlando di Ferrari moderne, quasi “usate” hanno fatto molto successo le 550 Barchetta con due esemplari aggiudicati per $ 462.000 (con 3.000 miglia, stimata 275-325.000) e $ 726.000 (con 150 miglia, stima pre-asta: $ 550-625.000).

Ancora un record del mondo per una 1955 Lancia Aurelia B24S Spyder America, venduta per $ 1.952.500, mentre per l’esemplare che fu della collezione Pininfarina il venditore ha rifiutato un’offerta di $ 950.000.

Tra le particolarità vorrei indicare una Packard Twelve Model 1108 aggiudicata a $ 3.630.000, ben oltre la stima di $ 2-3 milioni: ma sto notando un lieve interesse per le anteguerra americane. Nuovo trend?

Forse la mia auto preferita di tutte e tre le aste era la 1986 Ford RS200 Evolution, “piazzata” da Gooding  per $ 539.000, solo per dirvi che già il prezzo di partenza era il record del mondo per questo modello.

In grande spolvero le Porsche 911 Turbo: l’esemplare che fu di Steve McQueen (del 1976, quindi con motore 3.0) è andato via a $ 2.106.000, mentre un comune esemplare sempre 3 litri del 1979 è stato aggiudicato per $ 302.500, mentre il prototipo della versione americana è andato via per $ 341.000.

Parlando di prototipi, quella Maserati Ghibli 4.7 Spyder è stato aggiudicato per $ 880.000, altro record del mondo, mentre quello della Ferrari 365 GTB/4 Daytona per il mercato americano è andato via per $ 1.045.000, ennesimo record. In verità però le Ferrari Daytona non sono andate benissimo, se nel 2014 ne erano state aggiudicate 4 sopra la soglia di $ 800.000 (con prezzi medi di $ 836.000), quest’anno nessuna, ad esclusione del prototipo già citato, ha raggiunto la soglia (con prezzi medi di $ 756.250).

E con questo passiamo ai grandi flop, o meglio alle auto che stanno a mio parere scendendo.

La prima e la più famosa è la Mercedes 300SL, sia in versione chiusa (la famosa Gullwing o Ala di Gabbiano) sia in versione Roadster. L’anno scorso i prezzi per la Gullwing erano $ 1,16-2,53 milioni (il prezzo della più economica e della più costosa), mentre quest’anno i prezzi sono $ 1,16-1,65 milioni. Per la Roadster la cifra era compresa da $ 1,13 e $ 1,81 milioni mentre quest’anno entrambi dei tre esemplari aggiudicati (e 3 non vendute!) uno è arrivato a $ 1.100.000 e due si sono fermati a $ 1.210.000, ossia una media di $ 1,17 milioni per esemplare, poco sopra il prezzo minimo dello scorso anno.

Di conseguenza anche le 190SL, le sorelle piccole, hanno risentito. Il prezzo nel 2014 era compreso tra il più economico esemplare aggiudicato per $ 105.840 e il più costoso da $ 341.000, oggi gli stessi parametri sono $ 97.200 e $ 198.000.

Questo però non ha inciso particolarmente sugli esemplari della versione W113 o “Pagoda”, almeno per ora. La più costosa venduta dodici mesi fa era da $ 264.000 ma il secondo esemplare era da $ 110.000, mentre la più economica veniva $ 54.000. Quest’anno il più costoso viene $ 209.000, seguito da $ 148.500 e in fondo troviamo $ 77.000.

Tra le Porsche la 911 2.7 Carrera RS è quella che ha risentito più di questo fenomeno con i prezzi medi che sono scesi da $ 818.500 a $ 660.000 mentre adesso per $ 950.000 si possono comprare le versioni alleggerite da gara, per tutto il 2014 (ad agosto non ne aggiudicarono) la cifra richiesta era nell’ordine di $ 1,2 milioni.

Ci sono altre auto che sono scese, le Ferrari 275 GTB/4, nel 2014 si potevano trovare per $ 3,75 milioni fino ad un massimo di $ 4,62 milioni (ho escluso quella di Steve McQueen aggiudicata per $ 10.175.000) mentre adesso il prezzo varia da $ 3,3 milioni a $ 3,96 milioni. C’è stato persino un’esemplare che è andato invenduto per $ 2.200.000.

La Ferrari Daytona Spider hanno cifre oramai sui 2,64-2,75 milioni (si vendevano per $ 3-3,5 milioni) e le 330/365 GTC con due esemplari che l’anno scorso avevano superato la soglia del milione di dollari adesso non raggiungono i $ 900.000 ($ 838.000 la media l’anno scorso, $ 793.000 quest’anno), e probabilmente ci sono altre che non ho ancora individuato.

Tra le auto che non hanno fatto né successo né flop possiamo citare la 1950 Ferrari 275S/340 America che fu pilotata da Ascari e Bracco e partecipò alla Mille Miglia del 1950, passata di mano per $ 7.975.000, la Bentley 4.5 litre Supercharged ricarrozzata in stile VandenPlas (ma la sua carrozzeria originale era offerta insieme all’auto) per $ 4.015.000, $ 2.310.000 per una Lamborghini Miura SV del 1971 (mentre una Miura P400 si è fermata a $ 1.039.400), Dino 206GT per $ 803.000 (con i 246 a $ 400.000 circa), Shelby Cobra 427 a $ 1.210.000, Ferrari 250 Lusso a $ 1.815.000 (con una non aggiudicata a $ 2 milioni), una Porsche 906E del 1967 a $ 1.650.000 e un’Aston Martin DB5 Convertible del 1965 (con 29.000 miglia) per $ 1.540.000.

Tra le supercar moderne, una Ferrari 288 GTO con 7432 km e il Red Book della Ferrari Classiche è andata via per $ 2.365.000 (un’altra è stata venduta per $ 2,42 milioni); due F40, quella del 1990 venduta per $ 1.237.500 e quella del 1992 per $ 1.375.000 (anche una F40 LM per $ 3,3 milioni), una Ferrari F50 per $ 1.980.000, una Lamborghini Countach Periscopio per $ 1.320.000 mentre una 5000QV con 2800 miglia da nuova è stata aggiudicata per $ 368.500 e una Ferrari Testarossa del 1989 (con 2000 km) a $ 220.000.

Negli ultimi dieci anni ho assistito, giorno per giorno da ogni sfaccettatura, al rialzo del mercato fino a diventare una bolla speculativa. Mi sono emozionato per i record su record, ho visto auto decuplicare il loro valore e nel frattempo a Pebble Beach sono passati da 86 milioni di vendite ad oltre 386, da 14 auto vendute sopra il milione a 92. Ma ora è tutto finito.

 

 

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